Michele Bonforte
Chi ha avuto la pazienza di elaborare un organico progetto di riforma in anni di lavoro e confronto fra esperti e lavoratori è il Comitato per il sostegno alla Lip scuola, ed oggi si sta battendo per bloccare l’assalto di Renzi alla scuola pubblica, ottenendo anche alcuni risultati nei lavori parlamentari.
La gran parte del disegno di legge di Renzi sulla scuola è una delega del parlamento al governo, come nelle migliori tradizioni antidemocratiche, contro le quali – ai tempi della Moratti, si battevano anche coloro che stanno oggi facendo lo stesso.
Renzi ricatta: “prendere o lasciare” sulla pelle dei precari che da settembre stanno aspettando l’attuazione della sentenza della Corte Europea che ha condannato l’Italia per la reiterazione dei contratti precari oltre i 3 anni (senza questa sentenza oggi non si parlerebbe affatto di stabilizzazione dei precari).
Per il resto la proposta è la concretizzazione della scuola come azienda.
Il dirigente sarà l’unico arbitro della chiamata e della gestione del personale, ed anche della valutazione dei docenti e – infine – della didattica, prerogativa fino ad oggi del collegio dei docenti. Il collegio non avrà più sovranità in quell’ambito, ma – come il consiglio di istituto – verrà solo “consultato”: fine degli organi collegiali e della democrazia scolastica.