lunedì 12 aprile 2010

La crisi e la Lega

Gazzetta di Reggio - 11/04/2010
Un piatto di pasta nelle scuole reggiane non si nega a nessun bambino. «Farlo - dice l'assessore comunale al welfare Matteo Sassi - sarebbe un imbarbarimento sociale, prima ancora che politico, per il nostro paese».
Sassi, se la prende con il vice sindaco di Guastalla e con altri sindaci della Lega in Lombardia e Veneto, che invece hanno scelto la strada di tagliare i pasti ai bambini in ritardo con il pagamento delle rette, per poi chiedersi «che futuro abbia in mente la Lega per il nostro paese, se non ha nessuna vicinanza e protezione per i bambini i più deboli?» . Ma non è solo questo i1 tema. La crisi si sente anche nelle scelte che le famiglie sono costrette a fare e se arrivano a non pagare la mensa, significa che o si è di fronte a tanti genitori «snaturati», o che proprio non ce la fanno più. Anche a Reggio, se il Comune scegliesse di «mettere a pane e acqua» chi non paga, sarebbero in tanti i bambini che non potrebbero mangiare con i compagni e dovrebbero rinunciare al tempo lungo.
«Le scuole - aggiunge Sassi - debbono essere un presidio e punto di coesione sociale. Se salta, si va verso la distruzione di una società» . Questa la sua analisi, mentre ci racconta come sempre più spesso insegnanti delle scuole comunali o statali gli hanno parlato di bambini che arrivano infreddoliti a scuola, perché a casa il riscaldamento è spento, o staccato e senza aver fatto colazione. Il problema riguarda italiani e stranieri. Come nel caso delle madri sole che debbono portare i figli in più scuole e poi andare a lavorare, da un'altra parte ancora. L'orologio corre, i soldi scarseggiano e allora la colazione salta. In cinque mesi la morosità per i buoni pasto nelle scuole statali (che è l'unico costo che debbono sostenere i genitori) è uguale a quelle fatte registrare in tutto il 2006. Non da meno è l'impennata sulle morosità per il pagamento delle rette nei nidi e negli asili comunali. «Il comune - ci dice l'assessore - sulla base del ricalcolo delle rette per asili e nidi, in base alle misure anticrisi decise, ha visto diminuire le proprie entrare nel 2009 di 153mila euro e nel 2010 sarà peggio. Il costo dei pasti, anche nelle scuole statali è a carico dell'amministrazione, così come con le scuole Fism è stata invece stipulata una convenzione. In nessun caso i pasti sono a rischio». Solo poche settimane fa alla scuola Campi Soncini della Fism di via Veneri, il Comune ha dovuto dare un contributo extra di 30mila euro per far fronte alle morosità in costante crescita.
Ma il problema è generale: «I nidi e delle scuole tengono e il comune è il garante di questa rete socio educativa . Chi non lo fa mostra la propria natura antisociale e anziché combattere la povertà umilia i nuovi poveri». Che sono in aumento, ci confermano anche dai Poli Territoriali, e sono nuclei familiari colpiti dalla crisi. In mobilità, cassaintegrati, famiglie tipo composte da gente normale, con due figli. Italiani come stranieri.
«La Lega Nord, con il messaggio chi non paga non mangia, fa una discriminazione ingiusta e trasversale - conclude l'assessore Sassi, guardando all'oggi - e il pacchetto anticrisi messo in campo dal Comune arriva a diversi milioni di euro e gli ultimi 800mila arrivati dalla Regione, li abbiamo stanziati solo un mese fa». Ma è anche consapevole che forse non basteranno.

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