lunedì 26 aprile 2010

Ecco il registro per i testamenti biologici

Sinistra Ecologia Libertà apprende con gioia la notizia dell’approvazione unanime, da parte della Giunta, della delibera riguardante l’istituzione presso il Comune di Reggio Emilia del Registro dei testamenti biologici dei cittadini ed esprime soddisfazione per l’esito positivo di un iter deliberativo che, data la delicatezza del tema, si è rivelato non facile e, in taluni momenti, è sembrato persino non scontato.

Dopo la messa a punto delle procedure esecutive per l’attuazione della delibera, i cittadini residenti nel Comune di Reggio potranno, volontariamente e per libera scelta, esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vita, depositando il loro testamento biologico presso un servizio specifico attivato a cura dell’Ufficio Anagrafe.

In tal modo il Comune, ovvero l’istituzione più vicina ai cittadini, consentirà, con modalità certe e non onerose, l’esercizio effettivo di un diritto già esistente, garantendo un servizio di fondamentale utilità ed assicurando ai cittadini che, se intendono esprimere le proprie anticipate volontà di cura, queste saranno conservate adeguatamente e consegnate a chi deve tenerne conto nel momento in cui ciò si renda necessario.

Sel ha sostenuto fin dalla prima ora e con coerenza la coraggiosa battaglia del Comitato AltaVoce per raccogliere le adesioni dei cittadini e presentare al Consiglio comunale una mozione di iniziativa popolare firmata da centinaia di persone, accompagnandone il percorso di implementazione con coerenza e determinazione.

Già in altre occasioni abbiamo avuto modo di sottolineare il carattere esemplare del processo partecipativo che ha portato all’istituzione del Registro nella nostra città.

A partire da un’esigenza sentita dalla collettività (senza richiamare l’ampio dibattito in corso, basti pensare al fatto che già in un centinaio comuni si è affrontata la questione del “biotestamento” attraverso gli strumenti dell’iniziativa popolare e la metà di essi ha già istituito o deliberato di istituire un registro dei testamenti biologici) e, attraverso la promozione di partecipazione e la raccolta di adesioni nel territorio, si è costruito un percorso virtuoso bottom-up che ha coinvolto e impegnato il livello istituzionale nella ricerca di soluzioni e dispositivi amministrativi adeguati.

Ora aspettiamo che venga comunicato ai cittadini quando e con quali modalità potranno cominciare a esercitare il loro fondamentale diritto.

Sinistra Ecologia Libertà


mercoledì 14 aprile 2010

Venerdì un presidio per Emergency

Davanti alla Prefettura di corso Garibaldi per sostenere Emergency. L'appuntamento è per venerdì alle 18.30 al fianco dei volontari di Emergency della nostra città. Sinistra ecologia e libertà e i partiti del centrosinistra esprimono così solidarietà all'organizzazione fondata da Gino Strada e sollecitano un forte intervento italiano e del rappresentante dell'Unione europea a Kabul, affinché si faccia rapidamente chiarezza sulla condizione dei tre volontari Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani. E' assurdo ipotizzare che un'organizzazione come Emergency con il suo personale medico italiano impegnato in azioni di soccorso umanitario, possa essere parte attiva in complotto nei confronti di un governatore afgano: la sua missione è sempre stata di pace, vicina alle popolazioni civili e a chi soffre e ha necessità di essere soccorso. Agli arrestati si garantiscano immediatamente i loro diritti, si faccia chiarezza sui capi di imputazione, di cui si hanno notizie, e molto contraddittorie, sonlo da organi di stampa. E si intraprendano subito i passi necessari per la loro liberazione. Siamo stupiti delle parole del governo italiano, sempre riferite dalla stampa: invece di adoperarsi da subito per assicurarsi che i diritti di italiani all'estero siano rispettati, è sembrato piuttosto di ascoltare parole di accusa preventiva. Ricordiamo peraltro che l'Italia è responsabile in Afghanistan del Programma giustizia.

Anche noi stiamo con Emergency


L'arresto dei tre operatori umanitari di Emergency non sarebbe stato possibile se l'Italia avesse un governo degno di questo nome, e se non avesse un ministro degli Esteri come Frattini e un ministro della Difesa come La Russa che parlano di "vergogna" e di "Brigate Rosse" invece di esprimere una protesta ferma e indignata all'indirizzo degli autori (servizi segreti afghani e forze Isaf-Nato) dell'incredibile sopruso e di attivarsi per esigere l'immediata liberazione di tre loro connazionali.

L'idea che due medici e un volontario pacifista possano essere terroristi filo-talebani si commenterebbe da sola, se non nascondesse il chiaro tentativo di mettere a tacere una voce scomoda, quella di Emergency, che è testimone degli insuccessi della coalizione occidentale in Afghanistan e delle tante vittime civili causate da "incidenti" e perciò non solo rifiuta la logica delle veline di guerra ma resta in Afghanistan per portare sollievo e cure mediche ai feriti di tutte le fazioni in lotta. Ogni ferito infatti, come insegna la Convenzione di Ginevra, ha diritto all'assistenza, anche se è un talebano.

L'abbandono da parte dello staff di Emergency dell'ospedale di Lashkar Gah purtroppo segna un punto a favore dei signori della guerra, anche di quelli che si nascondono nelle diplomazie occidentali, e in particolare di chi non vuole soluzioni politiche al terribile conflitto che da decenni insanguina l'Afghanistan. Da oggi la popolazione afghana è ancora più sola, ancora più in balìa delle violenze di tutte le parti in causa.

Sinistra ecologia e libertà di Reggio chiede l'immediato rilascio dei tre volontari italiani e invita i cittadini, le istituzioni e le forze democratiche di Reggio a mobilitarsi per chiedere che i soldati italiani di stanza in Afghanistan non siano più in alcun modo coinvolti in azioni di guerra. E' giunta l'ora che le forze democratiche di tutto il Paese esigano l'applicazione dell'art. 11 della Costituzione, secondo il quale "l'Italia ripudia la guerra" e si interroghino sulla legittimità della permanenza del contingente italiano in Afghanistan e del suo ulteriore coinvolgimento in una guerra nella quale è sempre più difficile distinguere i buoni dai cattivi.

Sinistra ecologia e libertà Reggio Emilia

lunedì 12 aprile 2010

La crisi e la Lega

Gazzetta di Reggio - 11/04/2010
Un piatto di pasta nelle scuole reggiane non si nega a nessun bambino. «Farlo - dice l'assessore comunale al welfare Matteo Sassi - sarebbe un imbarbarimento sociale, prima ancora che politico, per il nostro paese».
Sassi, se la prende con il vice sindaco di Guastalla e con altri sindaci della Lega in Lombardia e Veneto, che invece hanno scelto la strada di tagliare i pasti ai bambini in ritardo con il pagamento delle rette, per poi chiedersi «che futuro abbia in mente la Lega per il nostro paese, se non ha nessuna vicinanza e protezione per i bambini i più deboli?» . Ma non è solo questo i1 tema. La crisi si sente anche nelle scelte che le famiglie sono costrette a fare e se arrivano a non pagare la mensa, significa che o si è di fronte a tanti genitori «snaturati», o che proprio non ce la fanno più. Anche a Reggio, se il Comune scegliesse di «mettere a pane e acqua» chi non paga, sarebbero in tanti i bambini che non potrebbero mangiare con i compagni e dovrebbero rinunciare al tempo lungo.
«Le scuole - aggiunge Sassi - debbono essere un presidio e punto di coesione sociale. Se salta, si va verso la distruzione di una società» . Questa la sua analisi, mentre ci racconta come sempre più spesso insegnanti delle scuole comunali o statali gli hanno parlato di bambini che arrivano infreddoliti a scuola, perché a casa il riscaldamento è spento, o staccato e senza aver fatto colazione. Il problema riguarda italiani e stranieri. Come nel caso delle madri sole che debbono portare i figli in più scuole e poi andare a lavorare, da un'altra parte ancora. L'orologio corre, i soldi scarseggiano e allora la colazione salta. In cinque mesi la morosità per i buoni pasto nelle scuole statali (che è l'unico costo che debbono sostenere i genitori) è uguale a quelle fatte registrare in tutto il 2006. Non da meno è l'impennata sulle morosità per il pagamento delle rette nei nidi e negli asili comunali. «Il comune - ci dice l'assessore - sulla base del ricalcolo delle rette per asili e nidi, in base alle misure anticrisi decise, ha visto diminuire le proprie entrare nel 2009 di 153mila euro e nel 2010 sarà peggio. Il costo dei pasti, anche nelle scuole statali è a carico dell'amministrazione, così come con le scuole Fism è stata invece stipulata una convenzione. In nessun caso i pasti sono a rischio». Solo poche settimane fa alla scuola Campi Soncini della Fism di via Veneri, il Comune ha dovuto dare un contributo extra di 30mila euro per far fronte alle morosità in costante crescita.
Ma il problema è generale: «I nidi e delle scuole tengono e il comune è il garante di questa rete socio educativa . Chi non lo fa mostra la propria natura antisociale e anziché combattere la povertà umilia i nuovi poveri». Che sono in aumento, ci confermano anche dai Poli Territoriali, e sono nuclei familiari colpiti dalla crisi. In mobilità, cassaintegrati, famiglie tipo composte da gente normale, con due figli. Italiani come stranieri.
«La Lega Nord, con il messaggio chi non paga non mangia, fa una discriminazione ingiusta e trasversale - conclude l'assessore Sassi, guardando all'oggi - e il pacchetto anticrisi messo in campo dal Comune arriva a diversi milioni di euro e gli ultimi 800mila arrivati dalla Regione, li abbiamo stanziati solo un mese fa». Ma è anche consapevole che forse non basteranno.

venerdì 9 aprile 2010

La Lega Nord contro i bambini

Le campagne d'odio della Lega Nord fanno male anche a noi.
Sull'onda di un successo elettorale più apparente che reale (la Lega Nord ha perso in un anno 150 mila voti), le vittime sacrificali di turno delle campagne d'odio leghiste sembravano essere le donne. Trovandosi nella tragica situazione di dover abortire, l'idea di farlo con meno rischio e dolore, con l'uso dell'aborto farmaceutico, andava sacrificata alle possibili alleanze con la gerarchia cattolica. Poi il contrordine è arrivato tempestivo: su quella strada si poteva guadagnare il plauso della Chiesa, ma si rischiava di perdere concrete aree di voto femminile anche nelle zone di maggior radicamento.
Ma visto che senza un nemico non si può vivere, ecco che le truppe leghiste sul territorio ne trovano subito un'altro. Sono quei bambini che mangiano all'asilo nido senza pagare regolarmente la mensa. Allora detto fatto: mettiamoli di lato a digiunare mentre i loro amichetti mangiano, in modo da stimolare le loro famiglie di provenienza a pagare il dovuto.