venerdì 30 ottobre 2015

Acqua: con la gara cambia la maggioranza

Circolo Berlinguer - SEL

Poco più di quattro anni fa, nel giugno 2011, oltre il 68% dei cittadini residenti in provincia di Reggio Emilia si è recato a votare per alcuni referendum abrogativi - con il dato provinciale di affluenza più alto in Italia - fra i quali in particolare due quesiti riguardanti il tema dell’acqua pubblica. In quell’occasione il 96% dei votanti si è dichiarato a favore dell’abrogazione di due norme che limitavano fortemente il concetto di pubblicità ed equa gestione del servizio idrico.

Il significato politico di quel voto era ben chiaro: la gestione di un bene comune fondamentale come l'acqua non può essere lasciata in mano ai privati, ma deve tornare ad essere pubblica. É anche per rispettare e realizzare questa volontà popolare che nella città di Reggio Emilia, nel 2014, abbiamo costruito un alleanza con il Partito Democratico: la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato era ed è un punto centrale del programma elettorale della coalizione PD-SEL che ha sostenuto l’elezione a Sindaco di Luca Vecchi.
In questo anno e mezzo i rappresentanti di SEL negli organismi istituzionali del Comune di Reggio Emilia, come componenti del gruppo di maggioranza, hanno quindi avviato un percorso che li ha portati a valutare diverse strategie di ripubblicizzazione del servizio idrico sul nostro territorio e a ritenere che esistano strade percorribili per ottenere questo fine.
Visti il contesto attuale e gli impegni assunti in campagna elettorale, consideriamo quindi inaccettabile l’ipotesi di affidare la gestione del servizio idrico integrato attraverso la modalità della procedura di evidenza pubblica. Si tratterebbe da parte del Partito Democratico di una violazione degli accordi di coalizione che non avrebbe altra ragione se non quella di accodarsi a direttive nazionali: esattamente l'opposto delle motivazioni che ci spingono a sostenere una coalizione di centrosinistra laddove accordi locali di buon governo possono rappresentare un momento di discontinuità dalle politiche nazionali.
Riteniamo pertanto indispensabile che su questo tema venga adottata, entro la scadenza prorogata da Atersir al 31/12/2015, una soluzione coerente con il referendum del 2011 e con l’impegno programmatico della coalizione di governo della città.
Nel caso si arrivasse alla conclusione di questa vicenda con la sola scelta di affidare la gestione del servizio con una gara, si imporrebbe una verifica di maggioranza che porterebbe al cambiamento dell’asse politico del governo della città e quindi alla creazione di una nuova maggioranza di governo profondamente diversa da quella votata dagli elettori reggiani nella primavera 2014.

martedì 27 ottobre 2015

Reato di diversa opinione. Dario De Lucia inquisito dal partito della nazione.

Michele Bonforte

Dario De Lucia, focoso e spumeggiante consigliere comunale del PD è finito sotto inquisizione. Chi lo conosce e lo segue sui social, potrebbe pensare che finalmente gli sia stata imputata la lesione al decoro ed al buon gusto, per l’uso eccessivo di iconografia neo-sovietica nella sua comunicazione.
Invece no, l’imprevedibile ma inoffensivo De Lucia ha commesso il reato di “lesa vescovità”. Ha osato dire la sua opinione sulle opinioni del vescovo Camisasca.
Ecco la dichiarazione criminale di Dario: “sentinelle in piedi, forum della famiglia e vescovo Camisasca sono un bel molloch di conservazione e propagatori di odio”.
Una opinione condivisibile o meno (ed io la condivido) ma un’opinione.
Ma cosa sono “le sentinelle in piedi”?
Dal loro sito riporto: “In Italia le Sentinelle in Piedi sono nate in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al Senato. Presentato come necessario per fermare atti di violenza e aggressione nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il testo è invece fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione.”
Si tratta dunque di un movimento che rivendica la libertà di espressione contro un progetto di legge di un deputato del PD che cerca di introdurre in italia il reato di omofobia.
Questa frangia fondamentalista del mondo cattolico rivendica il diritto di stigmatizzare le persone omosessuali (anzi le persone con tendenze omosessuali), ma non riconosce che altri (fra cui dario) possano esercitare la loro libertà di espressione su quanto da loro sostenuto.
Non c’è di che in quanto a coerenza! E mezzo PD in consiglio comunale a Reggio Emilia si accoda al gruppo consiliare di Forza Italia, che chiede ed ottiene la pubblica inquisizione del discolo De Lucia.
Le parole usate da FI in consiglio comunale sono impegnative:”Chiunque ricopre un ruolo istituzionale deve attenersi ad atteggiamenti decorosi e rispettosi del ruolo medesimo”.
Niente male per chi ha sostenuto, per ben 20 anni, la pratica della prostituzione e corruzione di stato da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi.
Lunga vita al compagno De Lucia!

giovedì 22 ottobre 2015

Se si privatizza l'acqua, si incrina la maggioranza

Michele Bonforte, 
coordinatore provinciale SEL

Condividiamo le preoccupazioni manifestate dal Vicesindaco Matteo Sassi e dall’Assessore Mirko Tutino. Se nel PD sta maturando una posizione favorevole alla privatizzazione dell’acqua, questa va discussa in un ambito pubblico, nel consiglio comunale di Reggio Emilia (e degli altri comuni della provincia).
Noi di SEL non riconosciamo al PD il ruolo di giudice di ultima istanza sulla fattibilità tecnico-economica di un progetto di ripubblicizzazione del servizio idrico. Sono tali e tante le imprecisioni e la disinformatia che in questi mesi è fuoriuscita da via Ghandi, che il nostro raiting sulla credibilità di quanto viene detto su questo argomento dal PD reggiano sfiora il CCC. Noi pensiamo che lo studio fatto da Agenia sia serio e convincente. Se qualcuno ha dei dubbi, invece di confezionarsi interpretazioni ad hoc, è utile che si rivolga agli uffici del Parlamento, che potranno dirimere ogni questione interpretativa. Il PD reggiano ha numerosi parlamentari che potranno occuparsi di ciò. Noi lo abbiamo fatto con il nostro gruppo parlamentare e per questo sosteniamo il progetto di Agenia.
Siamo comunque disponibili a valutare piani alternativi, anche più prudenti nei tempi e nelle risorse, che abbiano comunque il fine di portare il servizio idrico al 100% in mano pubblica e di evitarne la privatizzazione attraverso la gara.
Attendiamo dal Sindaco Luca Vecchi una proposta articolata da sottoporre ad un dibattito pubblico in consiglio comunale.
Quello che non possiamo accettare è l’ipocrisia di privatizzare l’acqua con la scusa che vi siano impedimenti tecnici e normativi ai possibili progetti di ripubblicizzazione.
Sono rimasti pochi giorni per evitare un esito che avrebbe inevitabilmente delle ricadute politiche. Deve essere chiaro a tutti che se il Sindaco ed il suo partito rompono su un punto dirimente del programma presentato agli elettori, allora si assumono la responsabilità di incrinare la maggioranza a Reggio Emilia ed in altri comuni della provincia.
Sul che fare discuteremo in SEL.
Possiamo solo assicurare che sapremo essere creativi.
Affinchè sulla privatizzazione dell’acqua non scenda una coltre di silenzio.

martedì 20 ottobre 2015

Renzi all’assalto della sanità pubblica

Michele Bonforte

La legge di stabilità (ex finanziaria) è ormai consegnata al dibattito pubblico. Ci sono provvedimenti simbolici, e quelli di dura sostanza economica e sociale. Ad oggi l’attenzione si è concentrata maggiormente sull’elevamento a 3.000 euro dei tetto per i pagamenti in contanti. Questa misura non produce infatti rilevanti effetti economici, ma ha un alto valore simbolico. Renzi dice a tutti: fate affari, anche evadendo, purché riprenda a girare l’economia. Una misura politica con cui si chiama a raccolta l’esercito degli evasori per sostenere il governo e per esserne legittimati politicamente. Una misura scandalosa, che sembra però oscurare le parti della legge di stabilità ispirate ad un feroce attacco ai ceti più deboli.
La sanità è fra queste.
Dopo tanto parlare si rinuncia alla spending review, cioè all’idea che la spesa possa essere risanata intervenendo sulle singole voci che la determinano, e si torna ai tagli lineari che colpiscono soprattutto le regioni più virtuose.
Il Fondo sanitario nazionale viene tagliato rispetto a quanto pattuito con il “patto per la salute” con le regioni di almeno 4 miliardi. L’Emilia Romagna, che sino ad ora è riuscita a stare nella parità di bilancio, rischia ora di andare in disavanzo o di dover tagliare i servizi essenziali resi ai cittadini.
Ma le regioni rischiano di dover ridurre da un’altro versante la spesa sanitaria. Difatti la legge di stabilità prevede il “Concorso delle Regioni alla finanza pubblica” con un taglio di 8 mld per il 2016, 4 mld per il 2017 e 5,5 mld sia per il 2018 che per il 2019. Le Regioni cioè devono risparmiare decidendo loro come e dove, ed essendo la sanità la loro principale voce di spesa, è facile prevedere dove si andrà a parare.

sabato 17 ottobre 2015

Acqua pubblica, punto essenziale e irrinunciabile del nostro impegno

 Circolo Sel Bagnolo in Piano

Il circolo Sinistra Ecologia Libertà - Sinistra per Bagnolo condivide pienamente le preoccupazioni espresse dal vicesindaco di Reggio Emilia, Matteo Sassi, in relazione all’affidamento del servizio idrico integrato nella nostra provincia per i prossimi 25 anni. A pochi mesi dal nuovo termine (31 dicembre 2015) fissato per la conclusione dell’iter di assegnazione, non è ancora chiaro se verrà rispettato l’esito del referendum popolare del 2011 – nel quale il 95% degli elettori italiani (a Bagnolo il 97%) votò per la gestione pubblica dell’acqua – o se si procederà invece alla gara aperta alla partecipazione di soggetti privati.
Prima l’accantonamento del progetto messo a punto dalla società specializzata Agenia per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico, poi l’annuncio finora rimasto tale di un altro progetto in grado di garantire ugualmente la gestione pubblica, fanno temere che, dietro le quinte, ci sia chi opera invece per disattendere gli indirizzi referendari e le promesse fin qui formulate dagli amministratori dei comuni reggiani..

Il vicesindaco Matteo Sassi indica esplicitamente tra i sostenitori di quest’ultima ipotesi – alla quale ribadisce di essere nettamente contrario, fino alla minaccia di dimissioni - una parte del Pd e la dirigenza di Iren.
Nonostante la partita si giochi soprattutto nel comune capoluogo, è del tutto evidente che gli altri comuni, le rispettive forze politiche e i cittadini non possono e non devono essere semplici spettatori. Per quanto riguarda Bagnolo in Piano, il circolo Sel considera la gestione pubblica dell’acqua un punto ESSENZIALE E IRRINUNCIABILE ad ogni livello del proprio impegno politico e amministrativo. Invita pertanto tutti coloro che condividono questo principio – innanzitutto nella giunta e nel consiglio comunale - a pretendere il massimo di trasparenza, di informazione, di discussione prima che si arrivi alla scadenza di fine anno. E ad intraprendere tutte le iniziative utili a bloccare eventuali tentativi di aggiramento della volontà manifestata dai cittadini attraverso i referendum.

lunedì 12 ottobre 2015

Da Kunduz ad Ankara, il varco attuale della storia è nonviolenza o barbarie

di Pasquale Pugliese

Aldo Capitini, durante la sua militanza antifascista clandestina che formò una generazione di resistenti, nel 1937 riusciva a dare alle stampe alcune dense note in un libro il cui titolo –Elementi di un’esperienza religiosa – consentirà di aggirare la censura fascista. “Tanto dilagheranno violenza e materialismo, che ne verrà stanchezza e disgusto – scriveva nelle prime pagine – e dalle gocce di sangue che colano dai ceppi della decapitazione salirà l’ansia appassionata di sottrarre l’anima ad ogni collaborazione con quell’errore, e di instaurare subito, a partire dal proprio animo (che è il primo progresso), un nuovo modo di sentire la vita: il sentimento che il mondo ci è estraneo se ci si deve stare senza amore, senza un’apertura infinita dell’uno verso l’altro, senza una unione di sopra a tanto soffrire. Questo è il varco attuale della storia.” Non aver attraversato quel varco farà sì che, da lì a qualche anno, ancora una volta – per dirla con Karl Kraus – “personaggi da operetta” avrebbero recitato la tragedia dell’umanità. E la recitano ancora.

mercoledì 7 ottobre 2015

Sulla costituzione ferita, sul lavoro umiliato, nasce il partito della nazione.


Michele Bonforte

Con l’apporto determinante della pattuglia dei senatori di Verdini, Renzi ha disarmato la sinistra interna al PD. C’è una nuova maggioranza che sostiene il governo, che può fare a meno di Bersani e soci. L’ancoraggio a destra del programma di governo e la manomissione della Costituzione ha ormai convinto i più pragmatici del centro destra: se si vuole realizzare quello che la destra propone da anni, bisogna puntare su Renzi.
Molti commentatori hanno calcato la mano sul profilo poco presentabile di questa pattuglia di parlamentari. In effetti in questo cambiar casacca continuo c’è tutto il marciume del trasformismo italiano, e la bassezza di interessi privati che così si vogliono perseguire.
Ma vorrei mettere l’accento sul fatto che questi parlamentari con il loro sostegno a Renzi, rendono credibile il suo progetto: attirare i voti da destra e liberarsi dei gufi a sinistra. Il Partito della Nazione tanto vagheggiato o temuto sta nascendo sotto i nostri occhi. Dalle aule parlamentari si diffonde nel corpo sociale, chiamando a raccolta gli interessi di quelle aree sociali che da decenni, passando dal pentapartito di Craxi, al ventennio di Berlusconi, hanno perseguito i loro interessi calpestando quelli di chi sta peggio. Chi ha lucrato da sempre sulla spesa pubblica o sull’impunità fiscale, vede oggi un approdo che può salvarli da politiche di risanamento morale, economico e sociale del paese che una seria sinistra di governo potrebbe fare.
Renzi, agli occhi di questo blocco sociale, è l’argine contro politiche di sinistra. Il partito della nazione è la trasformazione degli interessi di questo blocco sociale neo-conservatore in programma di governo. L’agenda del Governo Renzi corre veloce per rendersi credibile agli occhi di questi interlocutori. Ruolo sociale del lavoro, carat­tere pub­blico della scuola, riforma della costi­tu­zione e legge elet­to­rale sono il ter­reno di un attacco gene­rale ai diritti dei lavoratori e alla demo­cra­zia par­la­men­tare. In questi giorni Renzi ha aggiunto la cancellazione della tassa sulle case di lusso, una intenzione di normalizzazione della RAI e non mi sorprederebbe vedere nelle prossime settimane un attacco ai contratti nazionali di lavoro ed al diritto di sciopero.

E’ una agenda impressionante, che realizza in pochi anni i sogni più antichi della destra. Ne esce fuori un paese fortemente polarizzato, dove si annuncia una ripresa economica che si costruisce sulla riduzione dei diritti e delle retribuzioni dei lavoratori.
Di fronte a questa dura realtà occorre che chi aspira ad una diversa direzione di marcia si assuma le proprie responsabilità. Vale per chi si attarda da sinistra dentro il PD pensando di poterlo salvare da questa mutazione cromosomica, non accorgendosi di renderla semplicemente più digeribile e presentabile. Vale per la sinistra disarticolata che ad oggi non riesce a darsi un profilo unitario e che è chiamata a dimostrare la propria efficacia come in tanti altri paesi europei.

Questo è il momento delle scelte che fanno la storia.
Tutto il resto, per quanto importante, verrà semplicemente dimenticato.