Michele Bonforte
La descrizione fatta dai principali media narra di un Tsipras che all’ultimo secondo si libera del condizionamento della sinistra di Syriza, per abbracciare le politiche europee prima respinte. Non siamo certo noi italiani a poter dare lezioni e consigli alla sinistra greca. Non lo può fare la sinistra di alternativa italiana, frammentata e rissosa com’è, non lo può fare Il PD, che con Renzi governa il paese senza aver mai sottoposto all’elettorato il proprio progetto politico.
La mia opinione è che la vicenda greca è ben al di là dall’essere conclusa, e che va interpretata insieme al vento di sinistra che spira nel mediterraneo (Spagna e Portogallo) ma anche Irlanda ed Inghilterra.
L’accettazione del memorandum da parte di Alexis Tsipras è una sconfitta. Ma questa sconfitta viene presentata come tale al popolo greco, e non ridipinta come vittoria. Tale accettazione avviene all’ultimo minuto, forse perché solo alla fine Tsipras ha capito che il tentativo della destra europea era quello di stritolare la Grecia in una crisi finanziara lampo, mettendola fuori dall’euro e fuori dal commercio internazionale.
Tsipras ha guadagnato tempo, ha cominciato ad applicare le parti meno indigeste (privatizzazione degli aereoporti) o persino giuste (lotta all’evasione fiscale) del memorandum europeo. Ha fatto ben comprendere di aver firmato cose che non condivideva, ed ha reso chiaro il ruolo letale per il futuro dell’Europa della supremazia della destra tedesca. Ha inoltre incredibilmente disarticolato il fronte della troika con il FMI che, difendendo gli interessi USA, si pronuncia per un taglio del debito greco (prevalentemente in mano agli stati europei).
Mi pare che Tsipras stia facendo politica con quel che c’è: con la sovrastante forza della destra europea, con la vigliaccheria del PSE che, con Renzi e Hollande, hanno dato prova di una totale subalternità alla Merkel, ed in alcuni casi sono stati la punta di diamante dello schieramento europeo volto a contrastare il nuovo corso greco.
Tsipras può aver sbagliato alcuni passaggi, ma ha ragione su un punto essenziale: la Grecia da sola non può farcela. Deve incontrare il risveglio delle sinistra in altri importanti paesi europei, e dunque ha bisogno innanizitutto di tempo.
Nel frattempo in Grecia vi sono le condizioni malgrado tutto per difendere i redditi più bassi e di operare nel paese una progressiva resistenza alla applicazione delle parti più regressive del Memorandum.
La condizione principale affinché essa possa essere condotta è senza dubbio la sostanziale coesione interna al popolo greco.
Ma proprio questa è messa in discussione in queste ore. Il capolavoro politico di Syriza, di riunificare le diverse anime della sinistra e di costruire le condizioni per una clamorosa vittoria, nelle elezioni e nel referendum, che ha riaperto le speranze e le concrete possibilità per un’Europa diversa, rischia di franare.
Senza una sostanziale unità della sinistra greca, al di là della sua configurazione in due o persino tre partiti, Tsipras si consegnerebbe nelle mani della destra greca.
Per queste ragioni il nostro sostegno a Tsipras, o meglio a ciò che rappresenta, non deve venire meno, tanto più in questo momento difficilissimo.
Ed il miglior sostegno che possiamo dare al tentativo di Tsipras è quello di far nascere anche in Italia una sinistra nuova e unita, capace di contendere al PD di Renzi il governo del paese.
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