
Forse come molti, non credevo che sulla vicenda Diaz, vi sarebbe stata una sentenza così netta e chiara. Ero preparato al prevalere della ragion di stato dopo l'isolamento in cui sono state lasciate le vittime di questo processo – lasciate sole dalle istituzioni, spesso avversate dalle stesse nelle aule dei tribunali.
E' dunque questa l'indipendenza della magistratura che tanti vorrebbero limitare affinchè non dia mai fastidio ai potenti, e sia invece persecutoria con gli ultimi.
Nei paesi del sud america si processano ora i responsabili della mattanza durata lì decenni. Saprà la nostra democrazia essere almeno alla stessa altezza di quella argentina, per far luce sul nostro week end di "mattanza messicana"?
Possibile che l'allora governo Berlusconi, con il suo ministro degli interni Claudio Scajola non sapesse nulla di quanto si preparasse e progettasse per la gestione dell'ordine pubblico a Genova? O anche questo, oltre all'acquisto della sua casa, avveniva a sua insaputa.
E che ruolo ha avuto Gianfranco Fini con la sua presenza nella sala operativa della Questura di Genova quel maledetto 21 luglio 2001?
Ora che è accertata la responsabilità della "catena di comando" nella terribile notte della scuola Diaz, occorre stabile da dove partirono gli ordini e le direttive.
Occorre istituire la commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti di Genova, per fare chiarezza su quel che è successo. Oggi si capisce la contrarietà del PdL all'istituzione di quella commissione d'inchiesta. Ma come mai Casini vi si oppose?
Oggi deve far vergognare coloro che hanno titubato, che non hanno saputo stare dalla parte della giustizia e della verità, che hanno tentato di ignorare una generazione invitando ad isolarla, a disperderla.
E' arrivato il tempo per le riflessioni serie, per le assunzioni di responsabilità.
Sarebbe arrivato il tempo delle dimissioni. E non solo delle scuse.
Siamo un paese che ha nella sua storia pericolosi buchi neri dentro ai quali la democrazia e i diritti vengono a volte risucchiati e sospesi. Per questo occorre che l'Italia recepisca tutte le direttive internazionali ed europee che possono rendere più civile il nostro ordinamento. A partire dall'introduzione del reato di tortura.
La magistratura ha detto la sua. Ora la parola passa alla politica. C'è abbastanza coraggio in giro affinchè si spenga l'assordante silenzio su quanto è accaduto a Genova?
7/7/2012 Michele Bonforte
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