venerdì 27 luglio 2012

Cosa accade a Cavriago?

Si fa fatica a credere a quel che accade a Cavriago.
Con una potenza di fuoco mai vista si colpisce il diritto dei consiglieri di minoranza ad esercitare il proprio diritto/dovere di critica e di controllo dell’operato della maggioranza.
Non entriamo nel merito della questione parcheggio si / parcheggio no, ma risulta veramente incredibile che l’amministrazione di Cavriago ed il PD locale abbiano sentito la necessità di mettere all’indice non solo un punto di vista, ma una persona. Nella migliore tradizione stalinista, il compagno Davide Farella viene additato al pubblico ludibrio, indicato come estraneo al corpo vivo della comunità cavriaghese, portatore di interessi ad essa estranea e comunque un “pò fuori di testa”.
E per far ciò si usano non solo i mezzi privati del PD, ma anche quelli pubblici dell’amministrazione comunale, visto che il giornalino comunale diviene veicolo dell’attacco fatto a titolo personale da assessori e consiglieri comunali di maggioranza.
Non rimane che sperare che tanta energia venga impiegata per i reali problemi della comunità cavriaghese, colpita anch’essa dalle azioni di un governo che, nel mentre difende le banche, taglia i fondi ai comuni.
Ma questo lo dice anche il sindaco Vincenzo Del Monte. Peccato che questi stessi provvedimenti siano dal PD criticati a Cavriago ma approvati e votati a Roma.
A voler usare lo stile del PD cavriaghese, verrebbe da pensare che non si tratti di semplice contraddizione politica, ma di schizzofrenia paranoide.
RE 26/7/2012
Michele Bonforte

sabato 21 luglio 2012

La sentenza della Corte Costituzionale sull'acqua ripristina lo stato di diritto.


La sentenza della Corte Costituzionale ripristina lo stato di diritto. Il pronunciamento popolare avvenuto con i referendum sull'acqua pubblica ha posto un punto fermo, che non è aggirabile con decreti del governo. Non lo poteva fare il governo Berlusconi, non lo dovrà fare quello attuale, che invece sta cercando di limitare il ricorso a società in house per la gestione dei servizi locali. Parte del decreto legge sulla spending review' è dunque platealmente incostituzionale. Per questo chiediamo che il Parlamento ne prenda atto, cancellando l'art 4 che ha come unico effetto l'espropriazione delle comunità locali dal diritto di decidere come gestire l'acqua e gli servizi locali, la disoccupazione per migliaia e migliaia di lavoratori delle societa' in house.
Il senso del referendum, al di là dei tecnicismi, è stato quello di contrapporsi ad una tendenza più che decennale di privatizzazione dei servizi locali, e fra questi del ciclo idrico. I cittadini ad una domanda politica hanno risposto con un mandato politico: l'acqua andava gestita al di fuori della logica di mercato, dentro quella della garanzia di accesso di tutti ad un bene comune e vitale.
Il mandato ricevuto è questo, ed i tentativi molteplici di "girarci intorno" o con l'ossequio solo formale al quesito referendario, o con un vera e propria opera di svuotamento normativo, altro non sono che operazioni di sovversione istituzionale contro la volontà popolare.
Per venire al nostro territorio, abbiamo salutato con favore l'istituzione del "Forum sull'acqua" da parte della Provincia con esperti provenienti da diverse esperienze ed ispirazioni. Ma pensiamo che il forum debba essere chiamato ad indicare quale strada giuridica e infrastruttura istituzionale e societaria sia la più adeguata a realizzare la gestione pubblica del ciclo idrico.
Va separata nettamente la gestione dei servizi che originano dal territorio, come quello della gestione dei rifiuti e del ciclo idrico, da quelli distribuiti sul territorio, come quelli del gas.  Anche con un approccio creativo alla questione societaria, prevedendo un ruolo attivo non solo degli enti locali, ma anche degli utenti e delle associazioni.
Se poi si analizza la questione all'interno della discussione su una possibile creazione di una multiutility del nord che vada oltre l'attuale Iren, allora la strada dello scorporo da possibile diventa indispensabile.
Rimane tutta la perplessità sui motivi di fondo che dovrebbero portare a questa multiutility del nord. Già la nascita di IREN non si è tradotta in quel successo sperato, ma in una mezza catastrofe. Il gigantismo non realizza economie di scala, anzi crea costi con la creazione di strutture direttive sempre più lunghe e dispendiose. E invece appare certo l'allontanamento della capacità decisionale dai territori.
Tutte cose queste ampiamente dette al tempo dell'istituzione di IREN, e derise dai proponenti (fra cui la presidente della provincia e gran parte dei sindaci) come vecchie ed inconsistenti rispetto alle prospettive luminose dell'andata in borsa.
L'unico argomento con qualche fondamento, pare essere quello del far massa nell'acquisto di gas sul mercato internazionale, o di avere politiche attive sulla promozione dell'energia verde. Ma in ambedue i casi occorrerebbero iniziative anche di scala maggiore, direi nazionale, che passino da una ridefinizione dei compiti e della mission di ENI ed ENEL.

21/7/2012
Bonforte Michele

venerdì 20 luglio 2012

Si scrive Multiutility... si legge "privatizzazione"


La multiutility del Nord è una realtà che nel silenzio generale va costruendosi pezzo per pezzo ed io, permettetemelo, sono indignato e sono sicuro che lo sarebbero 27 milioni di italiani del referendum del giugno scorso, se solo lo sapessero. La multiutiliy del Nord: si chiama così un mostro finanziario figlio del ministro Passera, dell'assessore Tabacci di Milano e del sindaco Fassino di Torino. Molto oltre la privatizzazione e la vendita della maggioranza delle quote azionarie di una Spa partecipata da comuni, come sta avvenendo per Acea a Roma e Sea a Milano.
Parlo di un progetto che via via, porterà alla finanziarizzazione di tutti i servizi pubblici locali strategici e, in senso lato, dei beni comuni essenziali: acqua, energia e smaltimento dei rifiuti.
Sto parlando della volontà di costituire un'unica grande holding privata e quotata in borsa, da realizzarsi attraverso la fusione di tutte le Spa multiutility esistenti: A2a - Iren - Hera - Acegas - Aps - Linea grup ecc... Della vendita della maggioranza delle azioni da parte dei comuni, dell'ingresso di un socio finanziario come la Cassa Depositi e Prestiti (il ministero del tesoro quindi), il codazzo di fondazioni bancarie, il fondo F2i e vari fondi di investimento.
La chiamano la multiutility del Nord, ma sullo sfondo si guarda anche ad Acea (la vendita della maggioranza delle sue azioni pubbliche va in tal senso) e quindi al Lazio e alla Toscana.
Non è questo un progetto industriale, non lo è proprio, perché è la somma di debiti e di fallimenti. E' solo un grande progetto politico neo centralistico e di ritiro anche in sede locale della politica e di ogni funzione pubblica. Stravolgerà la struttura della democrazia del paese nei suoi elementi di base: i Comuni.
Cancellerà il loro ruolo autonomo, secolare di cui dovrebbero essere orgogliosi, il loro rapporto con i cittadini, la speranza di partecipazione alla gestione dei beni comuni indispensabili per la vita. Facendo piazza pulita di ogni possibilità di uscita dalla crisi attraverso modelli alternativi, democratici,partecipativi e locali, alla crescita illimitata e al consumo di risorse. La multiutility del Nord è il "montismo" comunale che il ministro Passera rappresenta con poche parole: dobbiamo realizzare l'uscita morbida dei comuni e della politica da ogni gestione.
Che dire? Che sono indignato perché non ne parla la quasi totalità della politica, non ne parla il parlamento, i consigli regionali, i consigli comunali e le stesse giunte, non ne parlano i media. Perché tra i protagonisti di punta di tale progetto, sono le giunte di Milano e Genova, le mie giunte, quelle della stagione della speranza, del cambiamento, della partecipazione, dei referendum, quelle dei sindaci liberi dai partiti. Che sono indignato per la doppiezza dei partiti che scendono in campo a Roma contro Alemanno, perché è la destra che vuole svendere il 21% delle azioni, mentre a Milano, Torino, Genova, Reggio Emilia, Bologna, si fanno protagonisti di un progetto che oltre alla svendita, si presenta come un suicidio della politica e della democrazia. A cui si aggiunge il mancato riconoscimento di un soggetto come i referendari, del silenzio di tanti compagni nelle istituzioni.
Sono convinto che la multiutility del Nord è la testa d'ariete delle privatizzazioni, concepito per produrre un disastro sociale e un disastro nel senso comune della gente, con la facile previsione di uno stravolgimento dell'idea stessa dei diritti: da «io esisto e ho il diritto a vivere» a «io pago e solo per questo ho diritto a esistere».
E' necessario tornare oggi a chiedere a quel grande schieramento della società civile, della cultura, della fede che si determinò nei referendum, di riattivarsi e rimettersi assieme per la democrazia. Il movimento dell'acqua è in grado di vincere anche senza i potenti strumenti di comunicazione e sarà difficile cancellare l'idea di partecipazione, perché forse è proprio questo il nuovo spettro che si aggira per il mondo.

Emilio Molinari
da il manifesto

sabato 14 luglio 2012

Intervista di Michele Bonforte alla Gazzetta


Michele Bonforte, lei è il nuovo coordinatore provinciale di SEL a Reggio. Il centrosinistra, a suo avviso, dove deve andare a parare in termini di alleanze per vincere le prossime politiche ma poi, nel caso, riuscire anche a governare?
«Il centrosinistra deve avere la possibilità di allargarsi. Non è che noi non vogliamo l'Udc. Si prenda ad esempio Milano: Pisapia ha chiamato in giunta Tabacci. Il punto, a dire il vero, è un altro».
E qual è?
«Il punto è che se il rapporto tra Pd e Udc è quello della cosiddetta "buropolitica", vale a dire dei "patti" e dei "caminetti", e dunque delle decisioni calate dall'alto sul popolo della sinistra, allora non ci stiamo».
Quale alternativa proporreste?
«Se il Pd intende proseguire sino allo stremo la strategia di alleanza con l'Udc, deve essere chiaro che ciò non può avvenire sulla testa del popolo delle primarie. Se Casini ha cose da dire o da proporre, le sottometta al confronto democratico della partecipazione popolare. Lei sta dicendo, di fatto, primarie sulle persone ma anche e soprattutto primarie sui programmi.
«Guardiamo ad argomenti come il referendum sull'acqua o il nucleare. Il Pd ha tergiversato per un pezzo, Casini aveva una posizione opposta rispetto alla nostra. Bene: se ci fosse stato il "caminetto", noi esponenti di centrosinistra avremmo finito col rompere rispetto alla maggioranza degli italiani. E saremmo andati avanti in un balletto di posizioni che non finiva più. Sottoponendo al voto popolare le questioni cruciali per il futuro del Paese, alla fine chi sta dentro quella alleanza deve attenersi al programma votato dalla gente. Non deve più accadere quel che si è veriricato con l'Unione: un programma ambiguo che dentro diceva tutto e il contrario di tutto. Le primarie sui contenuti, invece, potrebbero salvare la situazione».
Ma se le cose andassero diversamente?
«Se il Pd sceglierà di sottomettersi ai diktat di Casini, Fini e tecnocrati appena arruolati, allora dovremo essere noi a chiamare a raccolta il popolo della sinistra, per costruire una nuova proposta di governo alternativa al liberismo e all'oscurantismo dei fondamentalisti cattolici».
A proposito di cattolici, che voto dà lei oggi alla giunta Delrio?
«Credo che la giunta meriti un 7».
Dentro c'è un assessore -Matteo Sassi - che è esponenste di SEL
«Senza Sassi il voto è 7-».
Addirittura.
«Matteo sta lavorando in un contesto difficilissimo: occuparsi dei welfare tra tagli e sforbiciate continue non è affatto facile. Ma per Reggio vale lo stesso discorso fatto per il nazionale: va abbandonata l'idea di poter governare sopra la testa degli altri».
Dunque accade.
«Alcuni assessori, e non faccia nomi, pensano, una volta nominati, che per 5 anni possono fare quel che vogliono. Intanto la città subisce. Ma oggi più che mai questa concezione è sbagliata. L'opinione pubblica deve poter dire la propria, e i "funghi" di Rota non ne sono che un esempio. Il metodo della partecipazione dovrebbe essere usato come standard: bisogna proporre le opzioni di scelta, non la scelta già fatta».
A Reggio si vota nel 2014. 0 se ci sono sorprese - magari anche prima. Potrà succedere anche qui quel che è accaduto a Milano e a Genova?
«Beh, raramente noi abbiamo presentato rappresentanti di SEL alle elezioni. Semmai li abbiamo appoggiati. E a Milano, come a Genova, abbiamo vinto. A Reggio tuttavia non sarà compiuta alcuna scelta di bandiera».
Cioè?
«Eviteremo di candidare qualcuno tanto per farlo, ma solo se ha la chiave per interpretare il cambiamento. E' evidente, però, che se a livello nazionale andrà in scena una edizione della politica neoliberista, allora il film non potrà durare».
Intende dire che a livello locale toglierete l'appoggio?
«Per forza. E' una questione di coerenza. A Reggio stiamo ancora pagando i totem del sindaco Spaggiari. Oggi va interpretato il cambiamento, e in quest'ottica credo che il futuro dell'area nord sia il tema clou su cui confrontarsi».

sabato 7 luglio 2012

Diaz: dopo la verità giudiziaria vogliamo quella politica


Forse come molti, non credevo che sulla vicenda Diaz, vi sarebbe stata una sentenza così netta e chiara. Ero preparato al prevalere della ragion di stato dopo l'isolamento in cui sono state lasciate le vittime di questo processo – lasciate sole dalle istituzioni, spesso avversate dalle stesse nelle aule dei tribunali.
E' dunque questa l'indipendenza della magistratura che tanti vorrebbero limitare affinchè non dia mai fastidio ai potenti, e sia invece persecutoria con gli ultimi.
Nei paesi del sud america si processano ora i responsabili della mattanza durata lì decenni. Saprà la nostra democrazia essere almeno alla stessa altezza di quella argentina, per far luce sul nostro week end di "mattanza messicana"? 
Possibile che l'allora governo Berlusconi, con il suo ministro degli interni Claudio Scajola non sapesse nulla di quanto si preparasse e progettasse per la gestione dell'ordine pubblico a Genova? O anche questo, oltre all'acquisto della sua casa, avveniva a sua insaputa. 
E che ruolo ha avuto Gianfranco Fini con la sua presenza nella sala operativa della Questura di Genova quel maledetto 21 luglio 2001?
Ora che è accertata la responsabilità della "catena di comando" nella terribile notte della scuola Diaz, occorre stabile da dove partirono gli ordini e le direttive.
Occorre istituire la commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti di Genova, per fare chiarezza su quel che è successo. Oggi si capisce la contrarietà del PdL all'istituzione di quella commissione d'inchiesta. Ma come mai Casini vi si oppose?
Oggi deve far vergognare coloro che hanno titubato, che non hanno saputo stare dalla parte della giustizia e della verità, che hanno tentato di ignorare una generazione invitando ad isolarla, a disperderla.
E' arrivato il tempo per le riflessioni serie, per le assunzioni di responsabilità. 
Sarebbe arrivato il tempo delle dimissioni. E non solo delle scuse.
Siamo un paese che ha nella sua storia pericolosi buchi neri dentro ai quali la democrazia e i diritti vengono a volte risucchiati e sospesi. Per questo occorre che l'Italia recepisca tutte le direttive internazionali ed europee che possono rendere più civile il nostro ordinamento. A partire dall'introduzione del reato di tortura.
La magistratura ha detto la sua. Ora la parola passa alla politica. C'è abbastanza coraggio in giro affinchè si spenga l'assordante silenzio su quanto è accaduto a Genova?

7/7/2012                                          Michele Bonforte

Eletto nuovo coordinamento provinciale di SEL di Reggio Emilia

La federazione di "Sinistra Ecologia Libertà" di Reggio Emilia ha provveduto in questi giorni a eleggere il nuovo coordinamento provinciale.

Come coordinatore provinciale è stato eletto Bonforte Michele.
Ne fanno parte: Festa Antonella, Gimigliano Vittorio, Pizzetti Katia, Torri Yuri.
Sono invitati permanenti: Masoni Viller, Milazzo Sebastiano, Nasuti Pierino, Trizzino Valentina.

Inoltre sono stati eletti Trizzino Valentina quale tesoriere, e Vergallo Maurizio quale Presidente dell'Assemblea Federale.

Bonforte Michele ha dichiarato: 
"Voglio innanzi tutto ringraziare Carla Ruffini per il lavoro svolto fino ad oggi. Si è trattato di un compito complesso svolto in tempi difficili. Il suo tratto distintivo, quello dell'apertura e l'interlocuzione con la realtà sociale e culturale di Reggio Emilia, sarà un segno permanete del modo di essere di SEL nel nostro territorio.
Il nostro obbiettivo è creare un nuovo centro sinistra, capace di contendere alla destra il governo del paese sulla base di un proprio programma alternativo. Per questo dobbiamo battere la sudditanza culturale e psicologica di tanta sinistra al liberismo. La forza del nostro progetto politico si basa sul fatto ormai evidente che l'insediamento sociale ed elettorale del centro sinistra esprime un insieme di posizioni che sono a "sinistra" e spesso "oltre" la rappresentanza politica che storicamente si è data. 
E' nostro compito far si che il nuovo centro sinistra sia basato sulla pratica della democrazia diretta sia per le scelte programmatiche che per la leadership. Per noi prima degli accordi fra partiti viene la sintonia con il popolo delle primarie, dei referendum sui beni comuni, del vento di rinnovamento che ha cambiato la politica in molte grandi città."

domenica 1 luglio 2012

FESTA SEL REGGIO EMILIA dal 5 all'8 Luglio al centro Biasola a San Rigo



"Sinistra Ecologia Libertà" propone un'occasione d'incontro per discutere e rilassarsi con la cucina e la musica.In un momento di crisi della politica noi vogliamo mettere al centro la partecipazione ed il coinvolgimento. A partire da piccole cose, dall'impegno di 60 volontari, vogliamo mostrare come la "politica" è soprattutto impegno ideale, passione e disponibilità nello stare insieme.
Saremo in festa, ma attenti a quanto accade a livello nazionale. Come dimostrano i temi posti nei dibattiti, la nostra realtà locale è strettamente intrecciata con gli sviluppi delle politiche nazionali.
E con la memoria ed il ruolo che Reggio ha avuto nella storia di questo paese.
E' prevista la presenza di spazi di Libera, Emergency, CGIL, AUSER, ANPI, Comitato Acqua Bene Comune...



In breve ecco il programma: