Le donne che migliorano il lavoro
Le donne che cambiano il lavoro, migliorandolo. Sabato alle 16.30, all'ex anagrafe di via San Pietro Martire, un incontro promosso da 6Donna - Dopolavoro di Lorenza Franzoni, in collaborazione con il Teatro dei Quartieri e ReggioFahrenheit presenta il filmato "La fabbrica che pensa" per la regia di G. Mazzini. In una congiuntura economica drammatica dal punto di vista occupazionale ed esistenziale, in cui prevalgono grandi difficoltà e incertezze per la vita quotidiana di tante famiglie, per i tanti/e che cercano lavoro, che lo perdono, che devono fare conti difficili con salari, cassa-integrazione, orari, senso di precarietà , parlare di un´Azienda che manda segnali di lavoro culturale, di formazione, di progettualità, è davvero un evento insolito. Margherita Dogliani, imprenditrice dolciaria con azienda a Carrara, ha da tempo lanciato un progetto culturale che vede le donne (in prevalenza) occupate nella sua fabbrica, non solo come lavoratrici di un prodotto, ma attrici di un progetto culturale. La fabbrica è il luogo dove si svolgono eventi ed incontri culturali importanti, imprenditrice, operaie e impiegate hanno fondato un´associazione "L'Angelo e le stelle"che progetta eventi culturali, intrecciando il lavoro di produzione con la partecipazione attiva ad un progetto fondato sulla partecipazione, le idee, le relazioni associative. Interessante capire che ci può essere un modo diverso di essere imprenditrici e dipendenti, che si può stabilire un sistema di relazioni che vanno oltre quelle tradizionali, Quali orari per le lavoratrici, quali flessibilità, quali opportunità di crescita? Quali possibilità per vivere la condizione di lavoro in modo più partecipato, paritario, soddisfacente? Margherita Dogliani, premiata dalla Commissione Opportunità delle Regione Toscana , insieme alle donne che lavorano con lei, ci parlerà della sua esperienza, dei progetti che ha realizzato e che realizzerà. Potremo vedere il filmato tratto da questa singolare esperienza "La fabbrica che pensa" per la regia di G. Mazzini e discutere di quanto e come la soggettività femminile può cambiare alcuni aspetti del lavoro, e può essere una leva per vivere meglio anche dentro una fabbrica.
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