Michele Bonforte
Dalle città d’Europa, dalle loro periferie monta la rivolta.
E’ contro la politica economica e sociale dettata dalla tecnocrazia europea e fedelmente applicata dai governi nazionali, siano essi di centrodestra o di centrosinistra. Con poche variazioni, le risorse vengono pompate dagli ultimi ai primi, il lavoro viene attaccato nella sua dignità, il diritto ad una vita dignitosa viene negato ai disoccupati europei e a chi fugge dalle guerre e dalle calamità naturali. Poiché spesso la realizzazione di questo massiccio accentramento delle risorse in mano a pochi inciampa nella democrazia rappresentativa, vengono imposte ristrutturazioni delle istituzioni volte a centralizzare le decisioni e ad allontanare la partecipazione.
I “memorandum europei” vengono inviati alle periferie dell’impero per essere attuati con rigore. Chi si attarda o resiste viene semplicemente rimosso, con la forza della finanza, con torbide manovre di palazzo.
Questo è il senso della riforma della Costituzione di Renzi in Italia.
Essa tocca anche i rapporti fra le autonomie locali ed il governo centrale. Dopo anni di insensata sbornia federalista, ora si torna indietro di decenni, cancellando l’autogoverno locale, e imponendo un neocentralismo che depaupera gli Enti Locali di molte competenze e costituzionalizza la loro finanza derivata dalle decisioni dello Stato.
Già oggi gli Enti Locali subiscono tagli e rimaneggiamento della fiscalità sulla base di esigenze di cassa dello Stato e delle esigenze elettoralistiche del premier di turno. Ora tutto ciò viene, confusamente, portato nel testo costituzionale.
E’ dunque dalle città che deve crescere l’opposizione a questa deformazione della nostra costituzione. Ogni Sindaco che sia consapevole del proprio ruolo, non può che opporsi alla cancellazione dell’autonomia dei Comuni.
Non è dunque un caso che la prima grande sconfitta di Renzi e del suo comitato d’affari sia venuta dalle città. Anche dove ha vinto il PD, i Sindaci si son guardati bene dal farsi vedere a braccetto di Renzi, o ad aderire alla sua campagna contro la costituzione.
Come sinistra intendiamo partecipare alla rinascita democratica del paese partendo dalle città. Città autonome, capaci di sperimentare politiche di resistenza al neoliberismo.
E per questo schierate contro la riforma costituzionale che le vuole trasformarle in uffici decentrati del governo Renzi.