mercoledì 30 settembre 2015

Sinistra unita ed elezioni locali

Michele Bonforte

L’agenda del Governo Renzi corre veloce. Diritti del lavoro, carat­tere pub­blico della scuola, riforma della costi­tu­zione e legge elet­to­rale sono il ter­reno di un attacco gene­rale ai diritti del lavoro e alla demo­cra­zia par­la­men­tare. A sinistra non pos­siamo più aspettare. So bene che non esi­stono scor­cia­toie e so anche che non basta pensare di som­mare le forze che ci sono. Ma è inimmaginabile proseguire con la fram­men­ta­zione che carat­te­rizza la sini­stra poli­tica ita­liana.

L’unità non basta, ma divisi non c’è sto­ria. Abbiamo biso­gno di aprire al più pre­sto un pro­cesso costi­tuente. Né una fede­ra­zione né un accordo pat­ti­zio, né tan­to­meno una semplice lista elet­to­rale come già è stato senza suc­cesso. Ci vuole un pro­cesso largo e demo­cra­tico nel quale con­fron­tare posi­zioni e punti di vista ma soprat­tutto nel quale rico­min­ciare a cer­care, a discutere e decidere insieme.
Per questo ci vuole una iniziativa dal centro, da Roma, che sia simbolica e che dichiari aperto il processo. L’unificazione dei gruppi parlamentari potrebbe essere questo forte segnale. Ma ci vuole anche una indicazione per i territori, che siano invitati a sperimentare percorsi unitari di base. Nei paesi e nelle città la semplice prassi di convocare assemblee unitarie degli aderenti e dei simpatizzanti potrebbe avviare un reale percorso costituente della nuova sinistra. Ragionando insieme, anche sulle questioni locali, e promuovendo insieme iniziative sul territorio. Ed applicando la semplice regola che si decide democraticamente, una testa un voto.
E’ per questo che le scelte per le prossime elezioni locali in grandi e piccoli comuni non possono essere tenute al di fuori di questo percorso. La valutazione se in determinate realtà, malgrado Renzi, vi siano i presupposti per un accordo di centro sinistra fa fatta in una platea ampia e democratica.
Anzi questa discussione ed il suo esito può essere parte del percorso per la costruzione della nuova sinistra.
Mettere la ricerca di altre importanti ma isolate esperienze di centro sinistra prima e magari contro l'avvio del processo costituente sarebbe per SEL un errore fatale.

martedì 29 settembre 2015

Referendum? Possibile!

Michele Bonforte

Fra poche ore sapremo se i referendum sostenuti da “Possibile” di Civati avranno o meno conseguito il risultato delle 500.000 firme necessarie. Mi pare però ti poter dire che dall’iniziale cono d’ombra le tematiche al centro dei referendum (scuola, lavoro, ambiente e democrazia) hanno cominciato ad attirare l’attenzione. Ed infatti negli ultimi giorni ai banchetti si potevano vedere anche delle file.
Il rischio è di arrivare vicino ma non oltre l’obiettivo, e il decollo della campagna alla fine di settembre sembra dare ragione a chi, fra cui SEL, aveva sostenuto l’esigenza di calendarizzare i referendum in primavera 2016. La differenza fra aver un solo mese o tre mesi di tempo incide sulle firme raccolte e sopratutto sulla possibilità di informare in maniera diffusa.
La precipitazione, e le conseguenze che ne derivano, è l’handicap con cui è partita questa campagna. Ma Civati ha raggiunto due punti che non erano scontati: costruire una rete sul territorio che faccia da sostegno al progetto di “Possibile”, e mettere i contenuti dell’azione politica della sinistra davanti alla discussione sulle forme.
La discussione sul percorso per costruire la nuova sinistra nel nostro paese dovrà tener conto di quanto è accaduto in questi mesi. La sinistra unità si fa facendola e non parlandosi addosso. Una campagna referendaria su temi simili a quelli di Civati è lo strumento indispensabile per rendere evidente la distanza di idee e di programma fra questa nuova sinistra ed il partito della nazione di Renzi.

Se Civati sarà riuscito ad arrivare al traguardo (ed io, come molti di SEL, ho firmato e invitato a firmare) allora questa primavera ci sarà da impostare tutti insieme la campagna elettorale per il SI sui temi referendari. Se invece non si supererà il muro dell’ammissibilità, allora questa primavera sarà il momento giusto per avere tre mesi pieni per raccogliere le firme su referendum con quesiti costruiti con il massimo di condivisione fra movimenti, associazioni, sindacati e parti politiche.

sabato 26 settembre 2015

Vendola: «Renzi ha ucciso il centrosinistra, ora serve una sinistra di Governo»



Ai microfoni di Fanpage.it, il presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola tra i promotori del nuovo soggetto politico della sinistra italiana. «Renzi ha ucciso il centrosinistra – dice Vendola – dobbiamo determinare le condizioni di un processo largo che unisca la dimensione politica e sociale, una sinistra di governo non nel senso malato del governismo, ma di una politica utile per i soggetti sociali, per le persone».
Il nuovo soggetto sarà alternativo al Pd sul piano nazionale. Sulle amministative Vendola ricorda che «le alleanze si costruiscono sulla base delle opportunità che si hanno per migliorare la qualita’ della vita delle persone». Il leader di Sel attacca poi Renzi sull’immigrazione: «Ha la responsabilità di aver chiuso Mare Nostrum che salvava le vite delle persone». Mentre sulle unioni civili dice: «Se Renzi non dovesse pagare dazio ad Alfano, forse si potrebbe ragionare su una legge che dia diritti civili più evoluti in Italia».

martedì 22 settembre 2015

Il populista della porta accanto

Michele Bonforte

Non bastava Corbyn in Inghilterra. Adesso ci si mette anche Tsipras, che invece di perdere, come prevedevano lor signori, è tornato a vincere. Allora dagli al populista. I media europei si stracciano le vesti. Lo fa anche Antonio Polito dalle colonne del Corriere della Sera con un articolo smaccatamente intitolato “Con Corbyn si amplia il fronte populista“.
In tanti parlano di populismo, tranne che nessuno sa dire cosa sia. In Italia poi, è quasi un insulto. Il populismo dilaga a sinistra e a destra, ma nessuno ne chiarisce i contorni. Comprensibilmente, perché è storicamente arduo definire il populismo (fate un salto su wikipedia o sua una buona enciclopedia per verificare).
Mi pare invece più facile definire cosa vogliono quelli che hanno in odio il populismo. La definirei la religione liberista, con i suoi cantori e suoi officianti. Per questa parte (che si potrebbe definire elitista??) c’è una sola via che conduce alla gestione ottimale della società, ed è quella che affida più decisioni possibili ai mercati. Malgrado il clamoroso patatrac di una crisi economica e sociale che dura da 8 anni, con milioni di disoccupati, meno diritti e retribuzione ai lavoratori, un disordine mondiale che causa guerre e migrazioni bibliche, ecc. la ricetta che viene propinata è sempre la stessa. E se il popolo che subisce le conseguenze delle decisioni dei mercati si permette di dire che non va bene, allora è populista (ma può il popolo essere populista?).

lunedì 21 settembre 2015

Il Colosseo, il lavoro e la sua remunerazione.

Michele Bonforte

Sono un lavoratore della scuola, e dunque lavoro in un settore da tempo inserito nei servizi pubblici essenziali. Sono anche padre di due figli che vanno a scuola. Vedo dunque la questione dai due i lati: come lavoratore e come utente.
Come lavoratore mi ricordo di aver partecipato in questi anni ad alcune assemblee sindacali e ad alcuni scioperi. Non mi sono mai preoccupato di informare gli utenti poiché sono i dirigenti scolastici che hanno il compito di informare l’utenza su eventuali interruzioni del servizio. E difatti come genitore, regolarmente, vengo informato sulle eventuali variazioni del servizio che coinvolga i miei figli, in genere con un foglietto informativo consegnato alcuni giorni prima dell’eventuale assemblea o sciopero.
Dubito dunque che sia compito dei lavoratori o dei sindacati informare gli utenti dei musei e dei siti archeologici su assemblee o scioperi, ne la cosa cambierà di molto con l’inserimento del settore cultura nei servizi pubblici essenziali.
I dirigenti, nel caso del Colosseo, erano da giorni a conoscenza dell’assemblea regolarmente autorizzata, e non hanno ritenuto utile informare gli utenti in modo che fossero consapevoli dei disagi che avrebbero affrontato.
Per cui forse più che attaccare i lavoratori bisognerebbe chiedere a questi dirigenti cosa stessero li a fare! Ma tantè il livore del governo Renzi contro i lavoratori che agiscono collettivamente ha bisogno solo di una semplice scusa per esondare sulla stampa. Con uno slittamento semantico da neolingua orweliana, abbiamo assistito alla trasformazione di una assemblea in uno sciopero, e dello stesso ad una azione criminale!
I media, con rare eccezioni, si sono accodati alla campagna governativa contro i custodi del Colosseo, omettendo di dire cosa fosse realmente successo. Tali custodi si sono riuniti in assemblea (regolarmente autorizzata dai dirigenti) per discutere se era il caso di dichiarare uno sciopero in Ottobre, per ottenere il pagamento degli straordinari effettuati ormai da un anno.
Abbiamo dovuto aspettare l’intervento di un intellettuale della levatura di Flavio Briatore per veder sostenuto un principio banale: chi lavora va pagato, e se volete ridurre gli straordinari basta assumere altri dipendenti.

lunedì 14 settembre 2015

Nonostante tutto, la nonviolenza è in cammino. A piedi scalzi e in Parlamento

di Pasquale Pugliese

I piedi servono per camminare, per correre, per andare incontro; sui piedi delle persone camminano le civiltà. Ma i piedi possono anche servire a dare calci e fare sgambetti – in un impeto di puro e gratuito odio – a chi fugge dalla guerra con un bambino in braccio… Lo scorso 11 settembre, in Italia, i piedi di donne e uomini hanno percorso le strade delle nostre città. Hanno marciato scalzi, in segno di condivisione, di pace, di accoglienza, ma anche in segno di umiltà. L’umiltà che manca all’Europa che respinge in mare e sui fili spinati quell’umanità disperata che cerca rifugio dalla “terza guerra mondiale diffusa” (come la definisce significativamente papa Francesco), nei cui confronti l’Europa ha enormi responsabilità.

martedì 8 settembre 2015

Jobs Act: non accettare cellulari da sconosciuti

Michele Bonforte
Oscurata dalla vicenda dei profughi, i media hanno dato poca visibilità ai decreti attutativi del jobs act riguardanti il controllo a distanza dei lavoratori.
Purtroppo pagheremo molto cara questa disattenzione, se non si porrà rimedio nei prossimi giorni. I peggiori timori per la scomparsa della privacy da parte di fette sempre più consistenti dei lavoratori, sono stati confermati. E’ passata la concezione che definirei del “lavoratore di vetro”, trasparente ed ignaro del controllo pervasivo sulla sua vita e sulla sua presenza on line.
Da oggi qualunque strumento di comunicazione che l’azienda fornisce potrà essere impiegato per monitorare il lavoratore. Non solo i computer (scagli la prima pietra chi ogni tanto non consulta la propria posta elettronica o profilo social) ma anche smartfone e tablet, dispositivi che per loro natura sono tracciabili geograficamente.
Ogni datore di lavoro dovrà solo sincerarsi di aver informato il lavoratore che lo strumento è tracciabile, e da quel momento avrà accesso legittimo ai dati prodotti da quei dispositivi.
La “trasparenza” forzata dei lavoratori viene fatta mentre invece si discute di restringere l’uso delle intercettazioni nelle indagini per i tipici reati dei colletti bianchi. Da un lato i lavoratori sono nudi davanti allo sguardo del proprio datore di lavoro, dall’altro si cerca di bendare quei magistrati che si permettono di svelare traffici e comunicazioni criminali.
Il vaso di Pandora del jobs act non smette di stupire.
Ma forse oggi può mantenere la promessa di creare nuovo lavoro. Quello di chi sarà pagato per gestire i sistemi di controllo e monitoraggio dei lavoratori.
Un consiglio per tutti: non accettare cellulari, tablet o smartwacth da sconosciuti.

venerdì 4 settembre 2015

Sabato 12 Settembre 2015, circolo dopolavoro ferroviario

Sabato 12 Settembre 2015
al Circolo del Dopolavoro Ferroviario, via Eritrea 2, a 100 metri dalla Stazione di Reggio Emilia. 
con Luca Pastorino, Simone Oggionni e Mapi Pizzolante,

L’iniziativa del Circolo Sel Loukanikos si sviluppa tramite Ted Conference, seguendo la formula originale “idee che val la pena diffondere”. 
I temi che verranno trattati, anzi raccontanti, abbracciano l’EUROPA, IL WELFARE e il mondo del LAVORO. La chiave è quella della “diffusione delle esperienze” per comprendere fenomeni locali e globali, avvalendosi di persone competenti. Tutto nella prospettiva di ascolto e contaminazione che dovrà animare la nuova Sinistra italiana, partendo dai territori.

La sera dibattito con 
Pastorino, Oggionni e la Pizzolante
Incontro organizzato da Sel Provinciale.

Per la cena è bene prenotarsi, ci aiuterete così nell'organizzazione dell'evento. Per informazioni e prenotazione cena: 3460946761

Questo il link all'evento su facebook https://www.facebook.com/events/752819191507302/