domenica 20 giugno 2010

Sel davanti alle fabbriche per sostenere la Fiom

Sinistra ecologia e libertà di Reggio sarà davanti alle fabbriche della nostra città lunedì e martedì con un volantinaggio sulla gravissima vicenda di Pomigliano d’Arco, per contribuire a rompere, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori che quotidianamente si battono per difendere diritti sempre più esili e minacciati, l’isolamento in cui il principale sindacato metalmeccanico, la Fiom, è costretta dall’arrogante ricatto della Fiat.

Non lasciare sola la Fiom in questo momento significa molto di più che un gesto di solidarietà a lavoratori impegnati a difendere il loro posto di lavoro… Significa sostenere una battaglia sui diritti del lavoro di dimensioni forse epocali, che, se dovesse avere l’epilogo temuto, determinerebbe quella che Nichi Vendola ha definito una “cesura storica, un punto di non ritorno”. E tutto ciò in un momento in cui convergono minacciosamente in un solco antidemocratico, che ogni giorno si fa più profondo, l'attacco di Berlusconi alla Costituzione, la legge-bavaglio dell'editoria, una manovra economica dai vistosi connotati anti-sociali e depressivi e il ‘modello Marchionne’, significativamente sostenuto da un vasto fronte politico e mediatico ed esibito come ‘nuovo modello’ di relazioni industriali.

Un accordo capestro, quello proposto dalla Fiat, a confermare il quale, attraverso un referendum svuotato di senso democratico, sono beffardamente chiamati i lavoratori stessi che di questo sopruso sono le vittime designate: mettendo in scena la farsa simildemocratica del pensiero unico, si ‘concede’ di votare a chi in realtà non ha nulla da scegliere.

L’accordo, presentato in tutta la sua proterva unilateralità dalla Fiat, è destinato ad azzerare la responsabilità sociale d’impresa in nome di una produzione che andrà a saturare un mercato dell’automobile in profondissima crisi, senza peraltro determinare effettiva crescita, e appare non ‘negoziabile’, perché in esso e attraverso esso si chiede la liquidazione di diritti indisponibili.

Tali diritti, infatti, che nessun sindacato potrebbe ‘negoziare’, perché non gli appartengono, e che neppure i titolari diretti potrebbero alienare, perché incardinati in una civiltà giuridica che trascende le parti sociali e gli individui, tutelandone le fondamentali prerogative, sono minacciati di azzeramento: il diritto di sciopero, sancito dalla Costituzione; il pagamento dei primi tre giorni di malattia, garantito dalla legislazione ordinaria; la difesa del proprio tempo di vita da una gestione del tempo di lavoro soffocante e totalitaria, garantita da una contrattualistica nazionale che impegna inderogabilmente tutti i contraenti.

Ma non solo. L’approvazione di un simile accordo provocherebbe la messa in crisi dei fondamenti della rappresentanza e della contrattazione collettiva e la cancellazione delle proposte/prospettive di uno sviluppo sostenibile capace di integrare diritti del lavoro, qualità della vita ed equità sociale.

In tutto questo riteniamo sia di vitale importanza creare intorno alla Fiom, e alle fondamentali istanze che questo sindacato sta consapevolmente e tenacemente rappresentando, una fitta rete di solidarietà e sostegno da parte di tutte le forze e i movimenti di opposizione, sia politica che sociale, mobilitandosi per non lasciare solo l’unico sindacato in grado di opporsi a questa devastante strategia di dismissione dei diritti e della democrazia del lavoro.


Franco Ferretti e Carla Ruffini

Coordinatori SEL Reggio Emilia

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