mercoledì 23 giugno 2010

Venerdì in piazza per lo sciopero generale

Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra

e Lista 5 Stelle

aderiscono e partecipano allo sciopero generale della Cgil

CONTRO LA MANOVRA DEL GOVERNO DEL CENTRO-DESTRA PERCHE’ E’ INIQUA E RECESSIVA, COLPISCE IL LAVORO E I SERVIZI, NON TOCCA LA CASTA, LE RENDITE E I PATRIMONI E NON SOSTIENE LA RIPRESA ECONOMICA. MENTRE PER USCIRE DALLA CRISI BISOGNA RAFFORZARE LO STATO SOCIALE, INVESTIRE NELLA SCUOLA PUBBLICA, UNIVERSITA’ E LA RICERCA; BISOGNA CERCARE LE RISORSE TAGLIANDO LA SPESA PUBBLICA SBAGLIATA (SPESE MILITARI, PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA…) E TASSANDO LE RENDITE, I PATRIMONI, LE TRANSAZIONI FINANZIARIE E IL CONSUMO DELLE RISORSE NATURALI.

Per questo è indispensabile la mobilitazione dei lavoratrici e lavoratori e delle cittadine e dei cittadini, che pensiamo debbano essere informati delle ricadute pesanti della manovra sui servizi locali, con la convocazione di appositi consigli comunali straordinari. E' necessaria altresì la convergenza più ampia con le forze sociali, e da qui il nostro pieno sostegno allo sciopero generale del 25 giugno indetto dalla Cgil su una piattaforma che richiama molte delle proposte che prima abbiamo avanzato.

Invitiamo tutti i consiglieri e amministratori (nei comuni, provincie ed in regione) delle forze politiche e dei movimenti firmatari, a essere presenti alla manifestazione regionale che si terrà a Bologna, per sostenere direttamente le ragioni delle mobilitazione contro i tagli del governo agli enti locali.

Federazione della Sinistra

Lista 5 Stelle

Sinistra Ecologia e Libertà

La pianificazione territoriale a Reggio: un incontro

SABATO
26 GIUGNO 2010
ORE 10

nella sede di Sinistra ecologia e libertà

(via Zandonai 27 - Reggio Emilia)

incontro con

Ugo Ferrari (assessore alle Risorse del territorio del Comune di Reggio)


"Lo pianificazione territoriale del comune

di Reggio Emilia, con particolare attenzione
all'Area Nord"

domenica 20 giugno 2010

Giovedì un incontro aperto di Sel


Giovedì 24 giugno alle 18.30, nella sede Sel di via Zandonai, un incontro aperto del Coordinamento provinciale di Sinistra ecologia e libertà per fare il punto sulle attività in corso a cura dei diversi gruppi di lavoro e circoli territoriali e condividere l'impegno dei prossimi mesi in vista della scadenza congressuale.

Un incontro con scambio di informazioni e assunzione di impegni concreti in relazione alle iniziative da intraprendere o da sviluppare/implementare.

Sel davanti alle fabbriche per sostenere la Fiom

Sinistra ecologia e libertà di Reggio sarà davanti alle fabbriche della nostra città lunedì e martedì con un volantinaggio sulla gravissima vicenda di Pomigliano d’Arco, per contribuire a rompere, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori che quotidianamente si battono per difendere diritti sempre più esili e minacciati, l’isolamento in cui il principale sindacato metalmeccanico, la Fiom, è costretta dall’arrogante ricatto della Fiat.

Non lasciare sola la Fiom in questo momento significa molto di più che un gesto di solidarietà a lavoratori impegnati a difendere il loro posto di lavoro… Significa sostenere una battaglia sui diritti del lavoro di dimensioni forse epocali, che, se dovesse avere l’epilogo temuto, determinerebbe quella che Nichi Vendola ha definito una “cesura storica, un punto di non ritorno”. E tutto ciò in un momento in cui convergono minacciosamente in un solco antidemocratico, che ogni giorno si fa più profondo, l'attacco di Berlusconi alla Costituzione, la legge-bavaglio dell'editoria, una manovra economica dai vistosi connotati anti-sociali e depressivi e il ‘modello Marchionne’, significativamente sostenuto da un vasto fronte politico e mediatico ed esibito come ‘nuovo modello’ di relazioni industriali.

Un accordo capestro, quello proposto dalla Fiat, a confermare il quale, attraverso un referendum svuotato di senso democratico, sono beffardamente chiamati i lavoratori stessi che di questo sopruso sono le vittime designate: mettendo in scena la farsa simildemocratica del pensiero unico, si ‘concede’ di votare a chi in realtà non ha nulla da scegliere.

L’accordo, presentato in tutta la sua proterva unilateralità dalla Fiat, è destinato ad azzerare la responsabilità sociale d’impresa in nome di una produzione che andrà a saturare un mercato dell’automobile in profondissima crisi, senza peraltro determinare effettiva crescita, e appare non ‘negoziabile’, perché in esso e attraverso esso si chiede la liquidazione di diritti indisponibili.

Tali diritti, infatti, che nessun sindacato potrebbe ‘negoziare’, perché non gli appartengono, e che neppure i titolari diretti potrebbero alienare, perché incardinati in una civiltà giuridica che trascende le parti sociali e gli individui, tutelandone le fondamentali prerogative, sono minacciati di azzeramento: il diritto di sciopero, sancito dalla Costituzione; il pagamento dei primi tre giorni di malattia, garantito dalla legislazione ordinaria; la difesa del proprio tempo di vita da una gestione del tempo di lavoro soffocante e totalitaria, garantita da una contrattualistica nazionale che impegna inderogabilmente tutti i contraenti.

Ma non solo. L’approvazione di un simile accordo provocherebbe la messa in crisi dei fondamenti della rappresentanza e della contrattazione collettiva e la cancellazione delle proposte/prospettive di uno sviluppo sostenibile capace di integrare diritti del lavoro, qualità della vita ed equità sociale.

In tutto questo riteniamo sia di vitale importanza creare intorno alla Fiom, e alle fondamentali istanze che questo sindacato sta consapevolmente e tenacemente rappresentando, una fitta rete di solidarietà e sostegno da parte di tutte le forze e i movimenti di opposizione, sia politica che sociale, mobilitandosi per non lasciare solo l’unico sindacato in grado di opporsi a questa devastante strategia di dismissione dei diritti e della democrazia del lavoro.


Franco Ferretti e Carla Ruffini

Coordinatori SEL Reggio Emilia

mercoledì 16 giugno 2010

lettera degli economisti

Questa lettera degli economisti affronta con chiarezza i dilemmi aperti dalle recenti scelte di politica economica sia a livello europeo che italiano. La gravità delle scelte che si stanno compiendo e le possibili drammatiche conseguenze chiamano la sinistra alle sue responsabilità storiche. Malgrado la sua debolezza e frammentazione, senza una iniziativa della sinistra a livello europeo le attuali classi dirigenti rischiano di portare l'Europa verso una crisi di civiltà.

sabato 12 giugno 2010

Margherita e il Laboratorio differenza


E’ stato un incontro fatale, per vedere messa in pratica la differenza di genere, quello tra Margherita Dogliani e il Labodif di Gianna Mazzini e Giovanna Galletti, ma anche per Carrara e la fabbrica dolciaria dei Dogliani e un pò anche per noi di 6DonnaPunto. Le abbiamo invitate e sono venute in cinque a Reggio Emilia il 29 maggio, per narrarci la loro esperienza, ed è stata fatale almeno per me che avevo voluto fortemente incontrarle, dopo che mi erano state presentate come “donne che vogliono cambiare il mondo” da Alberto Leiss, relatore a un loro incontro.

Ho capito meglio la loro differenza ascoltandole a Reggio, e mi sono resa conto che tra noi reggiane, da sempre a sinistra, e tra loro toscane, da sempre a sinistra, c’era una profonda diversità nelle pratiche del pensiero e dei fatti.

Loro tutte, parlavano di un attuale lavoro culturale, aperto alla città, organizzato da donne per uomini e donne, dentro i cortili della loro fabbrica, e noi al massimo questo lo vedevamo nei Festival dell’Unità o nelle piazze, organizzato dal partito o dalle amministrazioni pubbliche dentro cui si confondevano, e ancora è così, uomini e donne.

Noi, nel fare politica nel partito, quando parlavamo tra donne, al massimo, per sottolineare la differenza di pensiero tra uomini e donne, parlavamo della capacità femminile di essere “pratiche” nel nostro fare, rispetto a quella maschile, molto teorica, perché come donne avevamo il tempo contato e c’erano da portare a casa i nostri famosi servizi che girano il mondo (anche se non ci sono proprio per tutti/e e ora ce li stanno magistralmente sfilando dalle mani), aiuti comunque importanti per ridurre le nostre fatiche. I servizi, concreti e ben visibili erano il nostro chiodo fisso, la nostra sicurezza per trovare tempo per noi, come donne.

Un tempo, che noi reggiane della sinistra non abbiamo mai deciso che si potesse usare sessuandolo dal punto di vista culturale, come hanno fatto invece a Carrara. Immaginavamo forse che ognuna avesse la capacità di riempirlo e che non ci sarebbe mai stato permesso di invadere la sfera personale con bisogni culturali sessuati. Altri, ma non chiamiamoli neutramente mercato, invece e non ce ne siamo accorte, si sono preoccupati di invaderci con bisogni inesistenti e ambigue proposte, fino ai volti tumefatti dalla chirurgia estetica e ai bicipiti gonfissimi di certi uomini. Imput estranei hanno scelto il consumo del nostro tempo libero, e noi abbiamo forse immaginato che, dopo i servizi, non c’era più nulla per le donne da volere. Al massimo, benemerite cene con imprenditrici per sostenere la Casa delle donne, ma non per proporre un’autonomia e un’autorevolezza femminile, fuori dalla protezione partitica o amministrativa. Donne da liberare sempre… Sempre vittime, anche se al potere, incapaci di liberarsi e liberarci…

Ragionare e basta cercando Altro dalla nostra condizione, era sempre molto complesso. Sembrava improduttivo, intellettualistico, una perdita di tempo. E da questo modello mentale e partitico era praticamente impossibile uscire, oppure, potevi andartene tu... (Fatto).

Loro, le carraresi, ci parlavano di cura del pensiero e delle idee, di simbolico, di relazione tra loro e le e gli altri, di pratiche politiche differenti. Non hanno parlato, a Reggio, di servizi, né di aumenti di stipendio ed erano totalmente fuori dalla più classica contrapposizione capitale lavoro.. Avevano però costituito insieme, imprenditrice e lavoratrici, un’ associazione che si chiama “L’Angelo e le Stelle”, dove insieme vuol dire anche “la padrona e le sue dipendenti”, per dirla con un simbolico significativo di un limite quasi insuperabile nel reggiano, ma non solo . Avevano individuato il cortile della propria fabbrica - quello dove si parcheggia per andare dentro a lavorare e basta, sospendendo la relazione con la vita per imprinting imprenditoriale e sindacale - come il posto, la piazza in cui esprimere la loro cultura per la città e non solo la manifattura e il commercio. Annullando la famosa differenza di classe, tanto cara a tutto il ‘900 e da cui non abbiamo ancora capito come e se uscirne o con cosa e se sostituirla o mediarla, visto i risultati a cui siamo giunti con la crisi odierna. E hanno dato a questo loro fare un nome fortemente simbolico “Donne Anima e Corpo” e anche le lavoratrici presentano le attività culturali che propone l’associazione e hanno allargato la rete ad altre imprenditrici e ad altre lavoratrici. Così come hanno permesso, parlandone tra loro in una delle ditte coinvolte, ad una madre di due gemelli, di rimanere a casa dal lavoro fino a quando i bambini non avessero compiuto l’anno. Con naturalezza, senza drammi e aureole. Al confronto un aumento di stipendio penso suonasse loro strano concettualmente, rispetto a quello che la madre e i suoi figli hanno guadagnato, grazie alla pratiche nuova in cui si riconoscevano. E chissà cos’altro inventeranno nei momenti del bisogno…

Tutto questo anche perché insieme, Margherita e le altre che avevano già aperto la fabbrica alla cultura, da due anni stanno facendo un corso sulla Differenza di Genere con il Labodif di Gianna Mazzini, regista e Giovanna Galletti, economista. Un corso, da cui è nato il documentario “La fabbrica che pensa” per rendere conto del loro sguardo diverso sul mondo. Lì parlano a partire dalla visione femminile, dove le vecchie regole neutre, non sessuate, trovano il tempo che trovano. Mazzini e Galletti guardano anche ai positivi modelli economici norvegesi, dove le pratiche di governo delle donne in politica, non sono passate dal “neutro” del pensiero maschile, non c’era tempo e occorreva capire in fretta come istruire le donne, visto il loro improvviso, massiccio ingresso nella politica dei partiti.

Ecco, credo che a queste donne di Carrara, il problema dei servizi e degli aumenti di stipendio come sono codificati ora, tanto cari al ‘900 e a questo primo decennio del 2000, si porranno in maniera diversa che a Reggio Emilia e nel resto d’Italia, e che a loro sia più difficile sfilarglieli di mano, perché sono fatti d’altro, di altre pratiche e di altre relazioni.

Loro hanno scelto di curare l’autorevolezza femminile per prima cosa, per sé e poi per le altre e gli altri, sapendo che quella nessuno gliela poteva sfilare di mano come invece succede con i servizi oggi e su quella hanno voluto costruire il loro piccolo, grande mondo. A partire da sé. Lievito delle loro stesse idee come il lievito centenario – la madre -, che ogni giorno rinasce per fare i biscotti Dogliani, nella bellissima scena del filmato.

Fa ben sperare, questa esperienza carrarese, nella capacità delle donne di guardare le cose da un altro e meno distruttivo punto di vista. Il loro è un nucleo d’altro, incuneato nel bel mezzo del più ampio conflitto tra ricchezza e povertà del nostro tempo.

Dovremo tenerle d’occhio? Ce ne sono altre? E per favore non confondiamole con Olivetti, qui è la differenza di genere femminile a farla da “padrona” …

(Clelia Mori)

giovedì 10 giugno 2010

Cena di autofinanziamento per "No pacchetto sicurezza"

Sabato 12 giugno dalle ore 20.30, in via Don Minzoni a Reggio, il comitato "No pacchetto sicurezza" organizza una cena. Ognuno pagherà quello che vuole o può. E' un'iniziativa di autofinanziamento in vista di ulteriori battaglie contro il razzismo e le leggi liberticide, la prima di esse riguarda la truffa ad almeno 300 badanti straniere che sono state indotte a pagare cifre importanti per il permesso di soggiorno per trovarsi il nulla in mano.

Sel in piazza per il pubblico impiego

Sinistra ecologia e libertà di Reggio aderisce alla manifestazione nazionale del pubblico impiego promossa per sabato 12 giugno dalla Cgil. La manovra finanziaria varata dal Governo è iniqua ed inefficace perché non agisce sulle cause della crisi e ne fa pagare il prezzo soprattutto ai lavoratori pubblici e alle Regioni ed enti locali. E’ evidente che questa strategia punta a ridurre progressivamente il ruolo dell’economia pubblica, l’esigibilità dei diritti di cittadinanza, il controllo pubblico delle attività private. La crisi diventa così lo strumento per accentuare il liberismo del centrodestra ed accelerare il percorso verso l’autonomia delle leggi di mercato (va in questa direzione anche la proposta della revisione dell’art. 41 della Costituzione). Noi siamo invece convinti che in tempo di crisi bisogna rafforzare lo Stato Sociale, investire nella scuola, l’università, la ricerca, la capacità programmatoria delle istituzioni pubbliche e salvaguardare l’occupazione pubblica per contrastare la perdita di posti di lavoro; bisogna cercare le risorse tagliando la spesa pubblica sbagliata (spese militari, Ponte sullo stretto di Messina…) e tassando le rendite, i patrimoni, le transazioni finanziarie e il consumo delle risorse naturali. Esattamente il contrario di quello che propone la manovra finanziaria che perciò va respinta con la più ampia mobilitazione possibile. Il 12 giugno saremo in piazza a Roma con gli insegnanti, i medici, gli infermieri, gli impiegati ed i dirigenti pubblici, con tutti quelli che chiedono rispetto per il proprio lavoro ed i diritti dei cittadini.

martedì 8 giugno 2010

comunicato stampa su manovra finanziaria

La manovra finanziaria del governo Berlusconi:
è sbagliata perché aggrava la crisi economica rischiando di avviare una spirale recessiva;
è iniqua perchè colpisce i redditi medio-bassi, lasciando intatti i privilegi delle caste, i grandi patrimoni, le rendite speculative, i compensi scandalosi di manager pubblici e privati;
è antisociale perché colpisce gli enti locali inducendoli a pesanti tagli ai servizi sociali;
è contro le donne perché colpisce categorie di lavoratori (scuola, sanità, ecc.) dove maggiore è la presenza femminile e taglia servizi (asili, anziani, ecc.) che si scaricheranno sul lavoro di cura gratuito delle donne.

Il 4 giugno, presso la sede di "Sinistra Ecologia Libertà" di Via Zandonai 27 a Reggio Emilia, ci siamo incontrati per discutere delle conseguenze dirompenti che la manovra avrà sulle autonomie locali e sulla qualità della vita dei cittadini, in particolare quelli più deboli e indifesi. Riteniamo che si debba dare una risposta forte e decisa a questo governo che, dopo aver mostrato per oltre due anni un assoluto disinteresse per la crisi economica, oggi rischia di aggravarla con provvedimenti di rottura della coesione sociale. Per questo ci impegniamo a promuovere delle iniziative, anche comuni, di sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza e chiediamo ai nostri capigruppo nei consigli comunali e provinciale di convocare sedute straordinarie dei consigli sul tema della manovra e delle ricadute prevedibili sul nostro territorio.


7 giugno 2010 - Reggio Emilia

Federazione della Sinistra
Italia dei Valori
Partito Democratico
Reggio 5 Stelle
Sinistra Ecologia Libertà
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