domenica 22 febbraio 2015

Sulle orme di Mario e Fermo. Un secolo dopo a Reggio Emilia

di Pasquale Pugliese


Nel febbraio del 1915 quella che sarà ricordata come la “grande guerra” era già dilagata, in pochi mesi, in gran parte d’Europa. L’Italia era attraversata da un diffuso sentimento popolare pacifista e neutralista, che cercava di essere forzato dai fautori dell’interventismo, presenti – seppur minoritari – nel governo e nelle piazze. La “meglio gioventù” italiana si opponeva all’ingresso del nostro Paese nella “inutile strage” con manifestazioni e scioperi da Sud a Nord, culminate nello sciopero generale contro la guerra del 17 maggio, pochi giorni prima che il governo ne decidesse invece la partecipazione, il 24 maggio. Molta di quella gioventù diventerà carne da macello nelle trincee – come ha magistralmente raccontato anche Ermanno Olmi nel suo struggente e terribile film “Torneranno i prati” – uccisi dal fuoco “nemico” o dal fuoco “amico”, fatti passare per le armi dagli ufficiali italiani che si trovarono a fronteggiare quasi un milione di renitenze alla guerra.

sabato 14 febbraio 2015

Costituzione, la "riforma" delle facce di bronzo

 Stefano Morselli



Come altri che ne sanno assai più di me sulla materia, considero pessima la "riforma costituzionale"che da molti mesi intasa e inquina l'attività del Parlamento italiano. Con buona pace degli improbabili giureconsulti Renzi e Boschi - e dei soci coproduttori Banana e Verdini, che adesso fanno finta di scandalizzarsene - si tratta di una "riforma" mal congegnata e mal gestita. Nel merito e nel metodo. Secondo alcuni critici, un indecoroso pasticcio da dilettanti allo sbaraglio. Secondo altri, addirittura una pericolosa lesione al sistema democratico, soprattutto nel combinato disposto con una "riforma elettorale" che prevede per larga parte liste bloccate con candidati (i capilista) predefiniti.

Nonostante le numerose e autorevoli opinioni critiche - tra le quali, quella dell'Anpi, associazione nazione partigiani d'Italia, se qualcuno dalle parti del Pd l'ha sentita nominare - è naturalmente possibile che una maggioranza parlamentare voglia imporre la "riforrma" a tutti i costi. Nel caso, sarà un referendum popolare a dire l'ultima parola e, se i cittadini riterranno digeribile anche questa sbobba, bisognerà farsene una ragione. Nel frattempo, non può passare sotto silenzio che:

1) Non esiste alcun mandato elettorale a supporto di questa "riforma", che non compariva affatto nel programma elettorale della coalizione "Italia Bene Comune" nel 2013. Di più: nemmeno l'attuale maggioranza parlamentare, che non è quella prefigurata a suo tempo dalla coalizione "Italia Bene Comune" , ha un mandato elettorale (come, per altro, non avevano alcun mandato elettorale i precedenti governi Monti e Letta). Di più: è assai dubbio, almeno sul piano etico, che un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale sia legittimato a mettere mano alla Costituzione.

2) Le scene che si vedono in questi giorni in Parlamento non sono piacevoli. Tuttavia, l'ostruzionismo è uno strumento legale, previsto e praticato. Anche nei Paesi di più antica tradizione democratica, ad esempio l'Inghilterra, ove si chiama filibustering. In Italia, come molti amici (ex?) comunisti del Pd dovrebbero ricordare, è stato spesso utilizzato dal Pci: ad esempio, contro l'adesione dell'Italia alla Nato, o contro la proposta di legge elettorale del 1953, passata alla storia come "legge truffa" (per altro un modello di democrazia, in confronto a certe leggi elettorali dei nostri temp). Anche allora, talvolta, si verificavano tafferugli e gli amici (ex?) comunisti del Pd dovrebbero ricordare la leggendaria agilità del compianto Giancarlo Paietta, che non era un grillino, nel salto del banco.

3) Infine. Non è sopportabile che Matteo Renzi, dopo aver frantumato i cabasisi fino a ieri con la necessità di allearsi con il Banana perchè "la Costituzione non si può cambiare a colpi di sola maggioranza", oggi teorizzi al contrario che la maggioranza può fregarsene delle minoranze e puo ben cambiare da sola anche la Costituzione. E non è sopportabile che il Pd, alleato con la destra da oltre tre anni (governi Monti, Letta, Renzi) prenda a ridicolo pretesto l'ultima giravolta del Banana per accusare chi si è SEMPRE opposto a questa "riforma" di allearsi... con la destra. Ci vuole un coraggio da leoni e una formidabile faccia di bronzo. Veramente.

lunedì 9 febbraio 2015

Sì, Presidente, difesa civile “significa ripudiare la guerra e promuovere la pace”

di Pasquale Pugliese


“La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno.” Sono le parole del Presidente Sergio Mattarella nel passaggio più significativo del suo discorso di insediamento del 3 febbraio. Che continua così: “garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna, in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa riconoscere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace…”. Si tratta di un promemoria dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana che – nell’intenzione dei padri costituenti – promuovono la difesa dei diritti fondamentali dei cittadini dalle minacce dell’ignoranza, della disoccupazione, della povertà materiale e culturale, della guerra…