giovedì 7 novembre 2013

Sassi al Pd: «Ora diamoci una mossa»

di Massimo Sesena
«Forse mi sono perso qualche passaggio, ma non mi pare che in questo congresso del Pd che si è appena concluso, qualcuno dei candidati abbia toccato temi di carattere politico-amministrativo che riguardino la città».

Così, da osservatore esterno, Matteo Sassi, assessore al welfare del Comune di Reggio, da più parti indicato come il principale competitor di Luca Vecchi alle primarie del centrosinistra per la poltrona di sindaco di Reggio, affonda il coltello nelle ferite ancora aperte del Pd reggiano. E in questa intervista anticipa i temi della campagna elettorale di Sel in vista del 2014, che avrà un prologo mercoledì 20 novembre, quando proprio Sel lancerà una iniziativa pubblica sui temi del governo cittadino. Sarà il primo passo verso le Amministrative 2014 sul capoluogo. In attesa che il Pd faccia il suo.
Anche lei va ad aggiungersi ai delusi dal congresso Pd?
«La mia è una presa d' atto.
Che parte da un dato numerico: a mio avviso c' è da riflettere su quante persone abbiano partecipato all' elezione del nuovo segretario. Sia rispetto al numero degli iscritti, sia rispetto al numero di coloro che si erano recati a votare per le ultime primarie del centrosinistra. Evidentemente, nessuna delle parti in gioco ha saputo fare proposte politiche di qualità. E mi riferisco sempre e soltanto alla città e ai suoi problemi».
Faccia qualche esempio...
«Qualcuno nel Pd ha forse parlato del graduale impoverimento che riguarda la città?
Guardiamo alla disoccupazione giovanile che anche a Reggio è a livelli preoccupanti.
Possibile che non si colga il legame tra questo dato e, ad esempio, l' altro dato dell' abbandono scolastico? A Reggio il 15% dei ragazzi non arriva oltre la licenza media inferiore, e all' interno di questa percentuale tanti vi arrivano anche tardi».

Questo è un tema. Gli altri?
«Restiamo in questo campo e parliamo delle nostre scuole dell' infanzia e di politiche di integrazione. Dai dati di cui sono in possesso, nella scuola dell' infanzia, dai 3 ai 6 anni, la percentuale dei bimbi stranieri che va alle nostre scuole comunali oscilla tra il 15 e il 16%.
Una percentuale leggermente inferiore a questa, è quella dei bimbi che sono invece accolti dalla Fism, le scuole cattoliche. Il restante 70% dei bimbi stranieri di età compresa tra i tre e i sei anni è invece accolto dalle scuole statali. Credo che questi siano dati che ci devono interrogare. Come ci deve interrogare il default urbanistico, sull' orlo del quale la città è arrivata».

Default urbanistico. Definizione interessante. Me la spiega?
«Sette anni fa, in pieno boom edilizio, il Comune di Reggio incassava 25 milioni di euro di oneri di urbanizzazione. Nel 2012 ci dobbiamo accontentare di 5 milioni di euro. E non è solo una questione legata alla crisi edilizia. Con quei soldi il Comune finanzia i servizi. Ancora: parliamo spesso di beni comuni: io ho appena incontrato una delegazione di pensionati della Cisl, quindi non esattamente dei sovversivi stile NoTav che mi hanno sottoposto la loro preoccupazione per l' aumento delle tariffe e per i compensi ai manager di Iren ancora troppo alti. Cosa si sta facendo su questo tema? Domande a cui dobbiamo dare, a mio avviso, una risposta il più possibile chiara.
Più in generale occorre una visione, e una visione lunga, che non si accontenti del 2020.
Dobbiamo pensare alla Reggio che vorremmo per il 2040».

Indubbiamente un bel tema per il 2014. Ne ha parlato con Luca Vecchi?
«Ecco il punto. Con Luca Vecchi ci siamo incontrati giorni fa per definire un percorso in vista delle primarie del centrosinistra. Poi è arrivato il congresso che ha portato tutti i in apnea, Vecchi compreso. Un congresso che mi pare abbia lasciato parecchi cocci sul terreno».

Cocci che anche Sel rischia di dover raccogliere?
«Vedo un clima depresso, non c' è quella tensione ideale che dovrebbe contraddistinguere una coalizione alla vigilia delle Amministrative. E registro anche una forte carenza di leadership».

Vede rischi per l' alleanza?
«Vedo che il Pd si presenta a gestire il dopo Delrio con personalità politiche addirittura antecedenti al periodo di Delrio stesso: Masini, Corradini, Marchi...».

In effetti, manca soltanto la Spaggiari...
«Ma fa in tempo a tornare.
Anche se in realtà siamo in grave ritardo».

A cosa si riferisce?
«Al fatto che rischiamo davvero di non cogliere i cambiamenti in atto nella società e a governarli. E anche Luca Vecchi, in questo congresso, è finito schiacciato tra il neorenzismo in salsa reggiana e l' apparato che ha mostrato ancora una certa vitalità. E la cosa che più salta agli occhi, e non è in questo caso riferita a Vecchi, è la mancanza di quella tensione di idee rivolte alla città, alla quale occorrerà dire la verità».

Quale verità?
«Che la città non avrà più le disponibilità economiche del passato e che, dopo anni in cui ci si è concentrati, ad esempio,con investimenti importanti sul centro storico, magari con interventi controversi come nel caso del parcheggio interrato in piazza della Vittoria.
Ora diventerà quasi un tratto distintivo l' attenzione alla manutenzione dei quartieri e delle frazioni».

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