giovedì 24 novembre 2016
mercoledì 23 novembre 2016
martedì 22 novembre 2016
giovedì 17 novembre 2016
NO alla deforma costituzionale in tutti i modi
Reggio Emilia
Via Zandonai 27, Reggio Emilia
Tel 0522580554 - Fax 1782709089
Sabato prossimo, 19 novembre si terrà a Reggio Emilia una manifestazione organizzata da “Arsave - Laboratorio per la città che vogliamo”, allo scopo di testimoniare il NO alla modifica peggiorativa della Costituzione e alle politiche sociali del governo in carica. La manifestazione partirà alle 9 dalla Gabella, in via Roma, e si concluderà alle 11 in piazza Prampolini, con un comizio di Livio Pepino e di Piero Ricca.
Il gruppo promotore reggiano di Sinistra Italiana è impegnato, fin dall'inizio della campagna referendaria, all'interno del più ampio comitato unitario per il NO e a fianco di tutte le forze democratiche e progressiste che vi aderiscono, o comunque con esso collaborano. Considera anche la manifestazione di sabato una utile occasione di mobilitazione e di confronto politico. Si augura dunque che la manifestazione raccolga simpatia e partecipazione da parte del maggior numero di cittadini, nello spirito di dialogo, di pluralismo e di unità che caratterizza l’impegno comune in vista del referendum del 4 dicembre.
comitato promotore Sinistra Italiana
Reggio Emilia
mercoledì 9 novembre 2016
Verso Sinistra Italiana. Lo scioglimento di sinistra ecologia libertà avvia il percorso.
Michele Bonforte
Cari compagni,
scrivo con animo cupo, per la vittoria di Donald Trump negli USA e per le conseguenze probabilmente nefaste che ciò avrà per il mondo intero. Credo che vi sia del giusto in quanti in queste ore affermano che contro Donald Trump avrebbe avuto maggiori chance di vincere Sanders. Non si tratta del senno del poi, ma di comprendere le ragioni dell’affermazione di Donald Trump contro tutti i pronostici e contro tutto l'establishment del partito democratico e repubblicano. Queste ragioni parlano anche a noi nella vecchia europa, perché comuni sono le cause e comuni possono essere gli esiti.
10 anni di crisi economica sono stati come una guerra. Sul terreno sono rimasti milioni di “vittime economiche”. I soliti noti, dopo aver acceso le polveri della crisi con spericolate manovre finanziarie, sono oggi di nuovo in sella, e fanno soldi più di prima, risucchiando risorse sia dai bilanci statali che dai miseri salari attuali.
Non si tratta solo di disoccupati, ma soprattutto di lavoratori declassati, demansionati, flessibilizzati, impoveriti che hanno trovato in Donald Trump rappresentanza. Senza questi milioni di voti non sarebbero bastati quelli classicamente di destra che lo sostengono per sintonia ideologica.
Donald Trump ha parlato ai lavoratori della loro condizione, schierandosi contro le conseguenze negative del libero scambio. La Clinton intanto raccoglieva sostegni finanziari a Wall Street, dando per persa la possibilità di agganciare il mondo del lavoro ed i giovani. Gli stessi che invece si erano riconosciuti nelle proposte di Sanders.
Ecco dunque il nesso con noi, piccoli pezzi di una sinistra dispersa in Italia ed in Europa.
O diamo rappresentanza al malessere sociale causato da 10 anni di crisi economica o questa alimenterà una destra nuova, potenzialmente capace di far ripiombare l’Europa in una guerra.
La deriva del PD di Renzi alimenta questa dinamica. Nel tentativo di conquistare il voto moderato non si avvede che sta perdendo il contatto con milioni di lavoratori poveri, di disoccupati. Nel tentativo di avere il potere saldamente in mano, propone una riforma costituzionale che potrebbe consegnare questo potere ad una destra estrema.
Una stagione si è chiusa. I nostri tentativi di condurre il PD su una strada progressista non hanno avuto successo. Occorre aprire un nuovo percorso per dire a quanti, nel PD e fuori da esso, vedono l’esigenza di una politica economica e sociale alternativa al liberismo, che questa si potrà fare solo se nasce un forte polo a sinistra, con idee chiare e non annacquate su cosa occorre fare per tirarci fuori da questa crisi. Ciò sta già avvenendo in molti paesi europei, dove nascono e crescono le proposte alternative. Diamoci da fare adesso in Italia.
Lo scioglimento di SEL è il modo migliore per investire questo nostro patrimonio di idee e persone nel nuovo percorso. Alcuni si attarderanno impauriti dal compito che ci attende. Ma già altri, noti e meno noti, si avvicinano.
La globalizzazione liberista sta portando la democrazia in un vicolo cieco. Questa è la posta in gioco. E non ci saranno mezze misure. O vince la nostra proposta di una nuova Europa, di una nuova politica economica e sociale, di una nuovo politica per il mediterraneo o vince la destra estrema.
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