domenica 21 agosto 2011

Su manovra Tremonti, enti locali ed opposizione sociale

Ai media di Reggio Emilia
Egr. Direttore,
la preoccupazione del segr. provinciale di Reggio Emilia del PD, Roberto Ferrari, di premettere la battaglia contro la manovra del governo a qualunque discussione su come comportarsi a livello locale, mi sembra non veda come le due cose siano intimamente legate.
Si converrà credo a che ad oggi a livello parlamentare l’opposizione non si sia distinta per la combattività, e che ripetutamente si parla di governi di salvezza nazionale i cui provvedimenti adombrati sembrano persino peggio di quelli finora adottati da Tremonti. Mi pare, e lo dimostrano le straordinarie vittorie a Milano, Napoli e Cagliari e poi nei referendum su acqua pubblica e nucleare, che il modo migliore per fermare il governo Bossi-Tremonti-Berlusconi sia quello di dare voce ai cittadini e lavoratori colpiti da queste politiche. Ci vuole una straordinaria stagione di mobilitazione sociale se vogliamo evitare un arretramento sociale e politico inimmaginabile.
Per questo tutti devono sapere cosa può e vuole fare la sinistra quando e dove governa, e a partire dagli enti locali dobbiamo indicare da subito come parare la botta dei tagli al welfare con una impostazione alternativa al governo.
Che questa manovra locale debba focalizzarsi sui patrimoni in modo da coinvolgere anche chi evade sistematicamente le tasse, mi sembra un punto di importante condivisione.
L’uso della cosiddetta tassa di scopo (una specie di ICI) per finanziare investimenti pubblici, che liberi così risorse nel bilancio corrente, risponde a questo scopo. Così anche la modifica dell’ISEE per dare maggior peso al patrimonio, la sua presentazione obbligatoria per accedere ai servizi e la riparametrazione delle tariffe in modo da pesare sulle fasce alte dei redditi/patrimoni.
Non nascondo che in queste idee vi sia in nuce un ruolo di battaglia anti evasione per i comuni, poiché chi presenta l’ISEE accetta verifiche e controlli aggiunti, che i comuni possono esercitare in accordo con gli uffici del ministero delle finanze (si guardi all’esperienza del comune di Cesena nel perseguire le dichiarazioni fasulle).
Che sul lato ISEE e tariffe si possa essere maggiormente creativi lo dimostra anche l’esperienza di comuni governati dalla destra come Parma (dove hanno voluto realizzare una specie di quoziente familiare sulle tariffe).
Rimane la questione IRPEF. Tutti i comuni, se non l’hanno già fatto, si avvicineranno alla aliquota massima. Di fatto si sta realizzando la riduzione della progressività dell’imposizione fiscale prevista dalla costituzione. Io credo che, anche per alimentare la battaglia politica, essa vada introdotta a livello comunale (non è impedita ma nemmeno prevista dalla legge, ed alcuni comuni si sono mossi in questa direzione come Siena) prevedendo l’elevamento delle aliquote irpef solo per alti scaglioni di reddito (sopra i 35-40 mila i euro lordi??). Questa proposta è alternativa all’elevamento dell’aliquota comunale irpef per tutti. A Milano Pisapia ha accompagnato l’introduzione dell’IRPEF con la previsione di uno scaglione di esenzione abbastanza alto. Su questo tema sarebbe utile una discussione aperta.
Il rischio che vedo e che se non affrontiamo questa discussione saremo meno convicenti nella battaglia contro il governo, e non potremo essere una sponda credibile per la ripresa dell’opposizione sociale.


saluti
21 agosto 2011                  Michele Bonforte